Search

Lavinia

Recensione del libro di Ursula K. Le Guin, pubblicato da Oscar Mondadori. Alla fine trovate anche dei consigli di lettura!

Perché l’ho visto. E non ho visto te. Non sei quasi niente nel mio poema, quasi nessuno. Una promessa non mantenuta. E non posso farci nulla, adesso, non potrò riempire di vita il tuo nome come ho fatto con quello di Didone. Ma è qui, la vita che non ti è stata data, è in te.

Torniamo ai retelling mitologici, ma basta guerra di Troia: l’ho letta in tutte le salse, non ho bisogno di ulteriori punti di vista e/o prospettive su questo argomento. Ursula K. Le Guin sposta l’attenzione su l’Eneide di Virgilio invece che sui poemi omerici e decide di dare voce (letteralmente, dato che nel poema originale non spiccica una parola) a Lavinia, figlia del re Latino e moglie di Enea. La particolarità del romanzo sta nella scelta di rendere consapevole Lavinia della suo essere un personaggio della letteratura, immaginato e in un certo senso controllato dal poeta che ha scritto la storia. L’incontro in sogno con Virgilio dà maggiore profondità alla protagonista grazie alla consapevolezza che acquisisce a riguardo della sua esistenza, ma soprattutto del suo destino e di quello del suo futuro marito. Mi ha ricordato molto The witch’s heart (solo per ordine di lettura, Lavinia in realtà è precedente come pubblicazione!) per la scelta di una prospettiva trascurata nell’opera originale e per quella consapevolezza del proprio destino e i tentativi per evitarlo che accomunano le due protagoniste; quello che manca nel libro della Le Guin è la rabbia verso il sistema, quel senso di rivalsa proprio di Angrboda. Al contrario, Lavinia riflettendo sul ruolo e influenza del poeta sulla sua vita, non sfocia mai nella rabbia nei confronti di Virgilio ed arriva invece a comprendere le ragioni della sua quasi totale esclusione dal poema e ad accettarle, anche se non senza una buona dose di cinismo.
Ovviamente il personaggio di Lavinia non è solo centrale al libro, ma anche il meglio caratterizzato e descritto; i personaggi secondari sono però gestiti altrettanto bene: non risultano mai dei cartonati, delle mere comparse, anzi alcuni spiccano nella loro secondarietà come Enea, Maruna, Latino, Amata.
La storia è strutturata in maniera un po’ particolare: la guerra che chiude l’Eneide qui si trova a circa metà del libro e la parte che la precede è caratterizzata da continui salti temporali con Lavinia che racconta del suo presente, anticipando qualcosa di quello che sappiamo deve succedere, e con le rivelazioni di Virgilio su ciò che attende la protagonista e il suo paese. Questo aspetto secondo me è ben gestito: non mi ha mai dato la sensazione di disorientamento anzi, paradossalmente rendeva più scorrevole la lettura perché alternandosi a scene di vita quotidiana, dava quel tocco di intrigo e movimento che ha impedito che mi annoiassi. Il rischio c’era dato lo stile alquanto prolisso dell’autrice che non sempre le riesce di equilibrare al meglio (penso a La mano sinistra del buio che ha rischiato di mandarmi in blocco!).

Una molto meritevole riscoperta! In poche pagine Ursula K. Le Guin dà voce a un personaggio altrimenti trascurato dell’Eneide, Lavinia. La storia dalla sua prospettiva fa immergere nel Lazio dell’Età del Bronzo, riesce a coinvolgere lǝ lettorǝ nella vita di tutti i giorni e, soprattutto, nel destino della protagonista, nonostante uno stile a tratti un pelo troppo prolisso e una trama poco movimentata.

Voto: 9/10

Lavinia

di Ursula K. Le Guin

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 312

Unica figlia del re Latino, la giovane Lavinia è corteggiata da Turno, re dei Rutuli. Il suo destino però è quello di sposare il principe esule venuto dall’Oriente, Enea, e da lui generare una stirpe che governerà il mondo. Un legame da cui nascerà un impero, ma al prezzo di un conflitto sanguinoso. Nonostante sia un personaggio cruciale nell’Eneide, in tutto il poema Lavinia non pronuncia una sola parola. Duemila anni dopo, finalmente Ursula Le Guin restituisce la voce alla principessa italica.
Prendendo in mano la propria sorte, la giovane svela ciò che Virgilio ha taciuto: la storia della sua vita, l’amore della sua vita.

Può piacerti anche…

Trovate la recensione qui!

Editore: HarperCollins

Pagine: 648

Tutti conosciamo la storia della guerra di Troia. I protagonisti sono Achille, Ettore, Paride, Priamo, Aiace, Odisseo: uomini che danno grandi prove di coraggio, che combattono per l’onore di uno di loro, per il potere, per difendere la propria città o per la rabbia di una perdita che lascia un vuoto incolmabile. Uomini che uccidono, rapiscono, imbrogliano, stuprano… Ma forse la storia vera non è proprio come ce l’hanno raccontata. Molte donne l’hanno abitata e non erano solo prede da riscattare, ma regine, guerriere, sacerdotesse. Potenti, e sagge. La loro voce si è indebolita nei secoli, soffocata dal clangore delle armi e dai gridi di guerra maschili. Eppure c’è una voce che deve essere ancora ascoltata, una voce che da sempre è stata condannata a non essere creduta. È quella di Cassandra. Nata da Ecuba e Priamo, fin dalla nascita è destinata a essere molto più di una principessa. Prima ancora che sua madre la mandasse a vivere tra le Amazzoni, viene scelta dal dio del Sole, Apollo, come sua sacerdotessa e da lui riceve il dono della Vista. Ma quando profetizza la sanguinosa guerra tra Achei e Troiani che porterà alla distruzione della sua città, quando annuncia che la collera degli dei sta per abbattersi su tutti loro, nessuno l’ascolta, nessuno prende sul serio i suoi avvertimenti su una donna bellissima che porterà con sé indicibili sciagure. Mescolando verità storica e leggenda, Marion Zimmer Bradley reinterpreta la guerra di Troia, dà voce agli esseri umani coinvolti in una lotta disperata che condanna in egual misura vinti e vincitori, racconta il loro destino attraverso la voce di Cassandra, principessa, sacerdotessa, guerriera, ma prima di tutto donna.

Qui trovate la recensione!

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 396

La storia di Angrboda inizia come finisce la maggior parte dei racconti di streghe: con un rogo. Così Odino ha deciso di farla punire per non avergli rivelato il futuro. Da quel momento la strega Angrboda, ferita e impotente, vive raminga nella Foresta di Ferro, lontana da tutto.
Qui, la trova Loki, dio dell’inganno, venuto per restituirle il cuore rimasto sulla pira; e presto l’iniziale diffidenza della donna si trasforma in una passione intramontabile, da cui nasceranno tre figli, tre creature uniche.
Angrboda li cresce ai confini estremi del mondo, lontano dall’occhio onnisciente di Odino, cercando di costruire una tranquilla vita domestica. Ma una visione le mostra cose spaventose che attendono la sua famiglia, e tutti i Nove Mondi.
E ora Angrboda deve scegliere: sottomettersi a un destino cui ha già assistito, o lottare per ridisegnare il futuro di coloro che ama e dell’universo intero?

Trovate la recensione qui!

Editore: Fazi – Collana: Lainya

Pagine: 790

Nel regno immaginario di Marob, sulla costa del Mar Nero, una giovane maga di nome Erif Der è costretta a sposare il potente rivale politico del padre, Tarrik, il Re del Grano e Capo di Marob, diventando così la Regina della Primavera. Il suo compito sarà proteggere l’avvicendarsi delle stagioni e la fertilità della terra. Erif, suo malgrado una pedina al centro dei giochi di potere tra il padre e il marito, dovrebbe condizionare il consorte attraverso la magia; i suoi poteri, però, non sortiscono gli effetti sperati perché il Re del Grano, dopo aver salvato da un naufragio un filosofo greco di nome Sfero, che inizia a condividere con lui il suo sapere, diventa immune agli incantesimi e decide di recarsi in Grecia di persona per approfondire le sue conoscenze  di filosofia e politica. Anche Erif, dal canto suo, si dovrà imbarcare in un lungo viaggio per mare, che la porterà nella battagliera Sparta, dove il re Cleomene III vuole provare a cambiare le cose, e poi nell’Egitto opulento e pieno di piaceri: un’avventura complessa che la aiuterà a comprendere più a fondo il suo ruolo di Regina della Primavera, ampliare i suoi orizzonti e sfidare le norme precostituite.