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Il Regno Celeste

Recensione della dilogia di Sue Lynn Tan, edita da Oscar Mondadori. Alla fine trovate anche dei consigli di lettura!

La figlia della dea della luna

Dovremmo apprezzare il fiore, a prescindere dalle radici.

Questo libro è pieno di difetti, ma gli ho dato la sufficienza e anche qualcosa in più, e adesso provo a spiegarvi il perché. Partiamo dai difetti così da chiudere in bellezza con i pregi. La storia non sarebbe neanche male, se non fosse molto forzata in più punti: gli ostacoli svaniscono con uno schiocco di dita più della metà delle volte; la logica dietro ad alcune scelte della protagonista è al limite dell’assurdo; cliché come se piovesse, dalla storia d’amore ai personaggi, tutto fin troppo classico; la struttura in sé della trama è squilibrata (eventi importanti che passano in due righe, altri filler con interi capitoli dedicati quando l’essenziale era un solo piccolo dettaglio). Più volte mi sono ritrovata a storcere il naso davanti ad alcuni sviluppi e plot twist, risulta tutto troppo artificiale, poco fluido. Insomma la trama mi ha ricordato molto una soap opera, ma una volta accettata la componente trash, come tutte le migliori soap, è riuscita a coinvolgermi proprio per questo suo carattere melodrammatico, con un ritmo incalzante, pieno di colpi di scena allucinanti: in poche parole, puro intrattenimento.
Se ai problemi della storia sono riuscita a trovare un risvolto positivo, dei personaggi non salvo nulla. Xingyin è la nostra narratrice in prima persona e ommioddio l’avrei presa a schiaffi dall’inizio alla fine: nella prima parte era parzialmente scusata dalla giovane età, comportamenti tipici di una teenager in fase ribelle e diciamo che va bene così; il problema si pone quando passano gli anni e questa rimane tale e quale, nessun cambiamento o evoluzione del personaggio, certo diventa più forte fisicamente, nuove abilità ecc. ma è sempre una testa calda, orgogliosa che non è grado di usare il cervello neanche se la pagassero. Ok, mi rendo conto che questo è anche molto soggettivo ma ci sono numerosi problemi con il personaggio che trascendono la sfera personale, esempio banale senza spoiler: questa è stata cresciuta in isolamento dal resto del mondo, si ritrova a 15 anni catapultata (letteralmente) in mezzo ad altri immortali, in una società di cui non conosce praticamente nulla, eppure si adatta ad una velocità impressionante senza alcun tipo di problema od ostacolo. Anche cercando di essere oggettivi, i ragionamenti che fa Xingyin spesso non hanno nessun senso, come si vede anche nelle scelte che fa, ma soprattutto la coerenza non sa dove sta di casa. In tutto questo, non poteva mancare il trope dell’eroina eccezionale, insuperabile, di cui tutti si innamorano anche se lei insiste a non vedere il proprio fascino. E quindi, veniamo ai due coprotagonisti, le altre due punte del triangolo (sì, purtroppo quel tipo di triangolo), Liwei e Wenzhi. Sono praticamente intercambiabili, uno ha più il fascino del bad boy, l’altro è quello dal cuore buono, ma per il resto sono identici: stesso tipo di rapporto con Xingyin, stesso atteggiamento l’uno nei confronti dell’altro, stesso orgoglio, fatti con lo stampino praticamente. Piccola nota sulla questione storia d’amore: io ve lo dico, all’inizio entrata nell’ottica soap ho shippato tantissimo, verso metà libro il mio interesse è totalmente scemato per quel problema di coerenza che accennavo prima, e qui mi fermo per non fare spoiler. La caratterizzazione dei personaggi non è stata aiutata per niente dai dialoghi: irrealistici, molto cringe e spesso usati per infodump a caso.
Ma se si escludono i dialoghi, la scrittura è uno degli elementi migliori del libro: scorrevole ma allo stesso tempo evocativa grazie ad un uso equilibrato delle metafore per così dire ‘poetiche’, crea un’atmosfera perfetta per la storia e rende la lettura estremamente immersiva. Questo aiuta molto anche il worldbuilding che, anche se non è sempre presentato al meglio: le informazioni necessarie alla comprensione della storia ci sono tutte e sono arricchite da descrizioni vivide e dettagliate, senza sfociare nel prolisso. Insomma, poteva andare meglio ma anche molto peggio.

Forse avevo aspettative troppo alte, sta di fatto che di questo primo libro salvo solo la scrittura e il worldbuilding: scorrevole ed evocativa la prima, vivido e dettagliato il giusto il secondo. La storia, per quanto riesca a coinvolgere con un ritmo incalzante, risulta poco fluida e forzata in più punti; i personaggi sono molto basici, poco caratterizzati ed estremamente statici.

Voto: 6.5/10

La figlia della dea della luna

di Sue Lynn Tan

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 576

Cresciuta sulla Luna, Xingyin non sa che la stanno nascondendo dal temibile imperatore del Regno Celeste, che ha esiliato sua madre per aver rubato l’Elisir di Lunga Vita. Quando però, utilizzando inconsapevolmente la magia di cui è dotata, rivela la propria esistenza, è costretta a fuggire abbandonando la sua casa.
Sola, incapace di controllare i propri poteri e piena di paura, si dirige verso il Regno Celeste, terra di meraviglie e di segreti. Qui, sotto mentite spoglie, impara l’arte dell’arco e della magia insieme al figlio dell’imperatore, cercando di ignorare la passione che presto inizia a divampare tra di loro.
Per salvare la madre, Xingyin sarà costretta a intraprendere un viaggio avventuroso e ad affrontare creature leggendarie e pericolosi nemici. Ma quando la magia proibita minaccia il regno e Xingyin si ritrova a sfidare nientemeno che il feroce imperatore, dovrà scegliere se rischiare di perdere tutto ciò che ama o lasciare che il reame sprofondi nel caos

Il cuore del sole guerriero

Vivere una vita piena d’amore significa vivere senza rimpianti.

Secondo e ultimo libro della serie, e devo dire che c’è stato un miglioramento, niente di eclatante però. La storia è strutturata meglio e i vari ostacoli non sembrano sempre così facili da superare, anche se restano molti punti che risultano forzati (un po’ troppe “resurrezioni” per i miei gusti!) e la sensazione di star leggendo una soap opera. Come per il primo libro, il senso di illogicità è acuito da Xingyin e dal racconto in prima persona: i suoi pensieri sono contradditori il più delle volte, i ragionamenti spesso mancano proprio di nesso logico. Per non parlare degli altri personaggi, spesso ancora più piatti e statici: Liwei in questo libro diventa un cartonato che ripete in loop “il mio cuore sarà sempre tuo”; Wenzhi sembra essere caratterizzato anche lui unicamente dal suo amore per Xingyin, ma spezzo una lancia a suo favore dato che rispetto al primo libro è cambiato e maturato con una parvenza di logica. I personaggi secondari restano poco più che macchiette, con un unico elemento che li contraddistingue, gli stessi dall’inizio alla fine.
Nonostante siano caratterizzati male, le relazioni tra i personaggi riescono ad essere più coinvolgenti del primo libro, principalmente grazie alla trama. Infatti, l’incoerenza dei sentimenti di Xingyin in questo seguito ha più senso, è più comprensibile e giustificabile; in questo modo anche il triangolo amoroso è più interessante, non è più solo pura indecisione della protagonista, le motivazioni sono più sfaccettate ma non troppo, sul finale comunque traballa un po’ la scelta, poco chiara e senza una vera motivazione ( anche se è finita come volevo io). Questo cambiamento in positivo si nota anche in altri casi, nuovi o vecchi rapporti, ma se andassi nel dettaglio farei numerosi spoiler (le resurrezioni di cui sopra)! Oltre alla trama, il miglioramento è dovuto anche ai dialoghi: senza tutto l’infodump del primo libro, e soprattutto sono molto meno cringe (tranne qualche dichiarazione di Liwei, ho i brividi solo al ricordo).
La scrittura resta molto immersiva e il worldbuilding, anche se meno presente per forza di cose, risulta comunque ben fatto.

Questo capitolo conclusivo resta molto coinvolgente, grazie anche alla scrittura immersiva. Migliora la trama, strutturata un po’ meglio anche se restano alcuni punti un po’ forzati e da soap opera. I personaggi non migliorano né peggiorano: sempre abbastanza piatti e statici (con l’unica parziale eccezione di Wenzhi).

Voto: 7/10

Il cuore del sole guerriero

di Sue Lynn Tan

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 552

Mentre l’Imperatore Celeste tenta di rafforzare il suo potere, un terrore indicibile si diffonde nel regno, minacciando la fragile pace che Xingyin ha costruito a così caro prezzo quando ha liberato sua madre.
Costretta a fuggire da casa sua, la ragazza si avventura tra le terre inesplorate del Regno Immortale in cerca d’aiuto.
Ma le alleanze mutano più veloci delle maree, e Xingyin deve lottare contro rancori e nemici del passato per aprirsi una nuova via, trovando sostegno dove non avrebbe mai immaginato. Più di tutto, deve scoprire la verità nascosta nel suo cuore e farsi strada attraverso la devastazione, per ribellarsi contro il male prima che distrugga tutto ciò che le è caro e i mondi che ha imparato ad amare… anche se farlo richiede il prezzo più alto di tutti.

Può piacerti anche…

Qui trovate la recensione di entrambi!

Spin the dawn

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 574

Maia Tamarin lavora come cucitrice nella bottega del padre, un tempo rinomato sarto.
Ciò che desidera è diventare la migliore sarta del paese, ma sa che come donna il massimo cui può ambire è un buon matrimonio.
Quando un messaggero reale convoca a corte il padre, gravemente malato, Maia finge di essere suo figlio e si reca al Palazzo d’Estate al suo posto. Sa che perderebbe la vita se venisse scoperta, ma correrà il rischio per salvare la famiglia dalla rovina e diventare sarta imperiale. C’è però un problema: Maia è solo una dei dodici che aspirano all’incarico.
E nulla avrebbe mai potuto prepararla alla sfida che la attende: cucire tre abiti magici per la promessa sposa dell’imperatore, uno intessuto con la risata del sole, uno ricamato con le lacrime della luna e uno dipinto con il sangue delle stelle.
In compagnia di Edan, il misterioso stregone di corte, i cui occhi penetranti sembrano vedere oltre il suo travestimento, Maia intraprenderà un viaggio che la porterà fino agli estremi confini del regno, alla ricerca del sole, della luna e delle stelle. Ma troverà qualcosa che non avrebbe potuto mai immaginare.

Qui trovate la recensione!

La ragazza che cadde in fondo al mare

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 396

Tremende tempeste devastano da secoli il paese di Mina. È la furia del Dio del Mare, un tempo benigno, che si scatena, crede la gente. Per placarlo tutti gli anni una fanciulla viene gettata tra le onde.
Sono in molti a pensare che la bellissima Shim Cheong, fidanzata del fratello di Mina, Joon, porrà fine a tutta quella sofferenza. Ma la notte in cui Cheong dovrebbe essere sacrificata, Joon la segue, pur sapendo che ciò significherà morte certa. Per salvarlo, Mina si getta tra i flutti al posto di Cheong.
Trasportata nel Regno degli Spiriti, la ragazza si mette in cerca del Dio del Mare, ma quando lo trova scopre che è prigioniero di un sonno incantato. Con l’aiuto di un giovane uomo misterioso e di una bizzarra banda di demoni e spiriti, Mina decide che risveglierà il Dio del Mare e farà terminare una volta per tutte le tempeste assassine.
Ma un essere umano non può vivere a lungo in mezzo agli spiriti. E c’è qualcuno disposto a tutto pur di non risvegliare il Dio del Mare.