Search

Viaggio tra le saghe. Una corte di spine e rose

Approfondimenti e recensioni sulle saghe fantasy/fantascienza per creare delle guide alla lettura e alla scelta. Settima puntata: la saga di Una corte di spine e rose di Sarah J. Maas.

Per iniziare

In ritardo, ma anch’io ho scoperto questa saga che, nonostante non sia esente da difetti, si merita comunque un posto in questa rubrica (come avrete notato, in Viaggio tra le saghe metto solo quelle che considero degne di nota!). Ma bando alle ciance e cerchiamo di mettere un po’ di ordine in questa serie di libri. La trilogia, per così dire, principale è composta da:

  1. La corte di rose e spine
  2. La corte di nebbia e furia
  3. La corte di ali e rovina

Al termine del secondo libro, troviamo un breve racconto Ali e braci e dopo il terzo, il racconto Una corte di gelo e stelle: entrambi si possono leggere nell’edizione Oscar Draghi della prima trilogia. L’autrice ha poi proseguito la storia con un’ulteriore trilogia, di cui è uscito solamente il primo libro (sia in italiano che in inglese) La corte di fiamme e argento. Non ci sono ancora date di uscita per i prossimi libri, e nemmeno per un altro racconto breve annunciato dall’autrice, di cui non si sa ancora neanche il titolo, successivo a Una corte di gelo e stelle e precedente il primo della nuova trilogia.

La trama

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Draghi

Pagine: 1440

Feyre è una cacciatrice e la sopravvivenza della sua famiglia dipende dalla sua abilità nel catturare gli animali dell’inospitale foresta in cui vive, un luogo freddo e desolato durante i lunghi mesi invernali. Quando un lupo abbranca una cerva dinanzi a lei, Feyre si vede costretta a ucciderlo pur di ottenere la sua preda, ma ancora non sa di aver sottratto qualcosa di molto prezioso e presto dovrà pagare le conseguenze del suo gesto. Rapita da un misterioso Fae Superiore dai penetranti occhi verdi e condotta nel suo regno, Feyre scoprirà cosa si cela dietro il muro magico che separa il suo mondo dalla violenta terra secolare dei Fae: Prythian. Tenuta sotto stretta sorveglianza presso la Corte della Primavera, ben presto la sua ostilità nei confronti del suo rapitore e Signore Supremo della corte si trasformerà in passione, ma quel luogo magico nasconde pericoli e intrighi che lei neppure immagina… Nemici antichi, potenti e crudeli tramano nell’ombra, pronti a conquistare e devastare quel luogo che, con l’arrivo di Feyre, sarà destinato a cambiare per sempre. Ma il suo lungo viaggio è solo all’inizio: terribili segreti, grandiose battaglie e amori travolgenti la attendono…

La trama contiene SPOILER se non avete letto la trilogia principale!

Editore: Mondadori – Collana: Chrysalide

Pagine: 720

Nesta Archeron non è quel che si dice un tipo facile: fiera del suo carattere spigoloso, è particolarmente facile alla rabbia e poco incline al perdono. E da quando è stata costretta a entrare nel Calderone ed è diventata una Fae contro la sua volontà, ha cercato in ogni modo di allontanarsi dalla sorella e dalla corte della Notte per trovare un posto per sé all’interno dello strano mondo in cui è costretta a vivere. Quel che è peggio è che non sembra essere ancora riuscita a superare l’orrore della guerra con Hybern. Di certo non ha dimenticato tutto ciò che ha perso per colpa sua.
A rendere ancora più irritante la sua situazione, poi, ci pensa Cassian, apparentemente dotato di una naturale predisposizione a farle perdere il controllo. Ogni occasione è buona per stuzzicarla e provocarla, rendendo però allo stesso tempo evidente la natura del focoso legame che, loro malgrado, li unisce.
Nel frattempo, le quattro infide regine, che durante l’ultima guerra si erano rifugiate sul Continente, hanno siglato una nuova e pericolosa alleanza, una grave minaccia alla pace stabilita tra i regni. E la chiave per arrestare le loro mire potrebbe risiedere nella capacità di Cassian e Nesta di affrontare una volta per tutte il loro passato.
Sullo sfondo di un mondo marchiato dalla guerra e afflitto dall’incertezza, i due Fae tenteranno di venire a patti con i loro personali mostri, con la certezza di trovare, l’uno nell’altra, quel qualcuno che li accetta così come sono e che li può aiutare a lenire tutte le ferite.

Recensione

Questa saga mi ha attirato per vari motivi: primo su tutti il fatto che fosse un retelling di La Bella e la Bestia, o almeno così credevo; il fatto che ne sentivo parlare molto entusiasticamente e l’uscita della meravigliosa edizione Oscar Draghi (che ci ha fatto penare, ma alla fine è tornata!). Speravo di trovare un retelling migliore di quello della trilogia Cursebreakers e così è stato, ma non di tantissimo. Mi spiego: questa saga mi è molto piaciuta e tra un secondo vi dirò il perché, però l’elemento del retelling non mi ha convinto pienamente. Innanzittutto, come per Cursebreakers, è presente solamente nel primo libro, a partire dal secondo la storia si discosta completamente dalla favola che non sarebbe un grosso problema, anzi, se non fosse per il come. [per spiegarmi al meglio, da qui in poi ci saranno SPOILER su i primi due libri!] Per quanto sia un retelling, dal momento in cui sai a quale storia si ispira, si creano determinate aspettattive, in questo caso Tamlin, in quanto ‘bestia’ è l’unico vero amore di Feyre, la ‘Bella’ della situazione; tutta la storia del primo libro è incentrata e fortemente influenzata da questo aspetto, in particolare la parte finale con Feyre che per salvare Tamlin e Prythian deve dimostrare il suo amore, e fin qui nessun problema in questo senso. I problemi si creano a partire dal secondo romanzo, dove non solo Feyre si disannamora di Tamlin, ma si lega a Rhysand per poi scoprire pure che è la sua Metà, ovvero quella persona con cui si ha una specie di imprinting alla Twilight. Nonostante questo processo non avvenga, appunto, dal giorno alla notte, anzi viene spiegato molto bene e soprattutto ampiamente giustificato (la relazione con Tamlin risulta sempre più tossica, segni che mostrava già nel primo libro in realtà, anche se meno evidenti), l’importanza dell’amore di Feyre per Tamlin nella storia mi ha fatto un po’ storcere il naso davanti a questo sviluppo, per quanto possa preferire, adorare, amare Rhysand. Sembra quasi che l’autrice abbia cambiato idea in corso d’opera e, infatti, molti degli aspetti negativi che si possono notare nel comportamento di Tamlin si trovano principalmente nella seconda metà del primo libro, quando all’incirca compare Rhys, per poi abbondare nel secondo libro. Mi è piaciuto il fatto che l’autrice mostri cosa comporta vivere una relazione tossica che è iniziata quasi come una favola ecc., però a mio parere avrebbe potuto gestire meglio questo aspetto [FINE SPOILER]. Quindi, non aspettatevi un vero e proprio retelling dopo il primo libro, e forse è anche meglio così: la storia migliora di molto dal secondo in poi, anche se comunque con qualche difetto. La trama di per sé non è molto originale, ma è abbastanza ben sviluppata: non ci sono buchi particolarmente rilevanti e riesce nell’intento di tenerti incollatǝ alle pagine. Alcune parti possono risultare un po’ più lente, ma tutto sommato è una narrazione equilibrata. Un ‘difetto’ in questo senso sono le numerose scene spicy sparse in tutta la trilogia: ho messo le virgolette perché non sono un vero e proprio difetto, ma alcune stonano un po’ con il resto della storia, non si incastrano in maniera fluida nella narrazione e a volte sono, a mio parere, eccessivamente lunghe e dettagliate.
Nonostante La corte di rose e spine non mi avesse convinto del tutto, ho proseguito la lettura grazie alla caratterizzazione dei personaggi. Feyre in particolare, ma anche Tamlin e Lucien, per non parlare poi di Rhys e dei vari nuovi personaggi che compaiono da La corte di nebbia e furia. Tutti sono approfonditi, descritti a tutto tondo e, soprattutto, molto coerenti nel corso della saga (almeno nella prima trilogia). Un po’ più stereotipate sono le relazioni tra di loro: ricche di cliché e un po’ troppo facilmente intercambiabili (penso soprattutto dal secondo libro in poi). L’unico altro difetto che ho riscontrato in questo ambito è più sul genere stilistico: in particolare negli ultimi due romanzi, l’autrice cambia il punto di vista in alcuni capitoli mostrando la sua poca abilità nel caratterizzare i pensieri di personaggi che non siano Feyre: in questi casi, spesso risulta difficile distinguerli ed è un peccato considerato il buon lavoro svolto nella loro descrizione.
Ultimo aspetto positivo e negativo al tempo stesso: il world building. Questa saga non dà molta importanza ai funzionamenti della magia, le regole del mondo creato (non è molto chiaro come funziona l’Unione delle Metà, o la magia dei Fae, poco chiara anche la struttura delle Corti), si concentra principalmente sugli aspetti geografici (abbastanza importanti ai fini della storia, ci saranno parecchi spostamenti nel corso dei libri) e giusto un po’ anche sulla storia passata, nei limiti di come influenza il presente del libro. Con queste premesse, considerarlo un aspetto negativo sarebbe quasi futile, se non fosse che, anche qui, credo sia stata una scelta presa in corsa dall’autrice: il world building del primo romanzo è molto confuso nel suo cercare di essere dettagliato e vasto al tempo stesso; dal secondo libro in poi vengono introdotti numerosi nuovi elementi spiegati meglio ma che faticano ad incastrarsi con ciò che già si conosce proprio per la confusione che caratterizza le informazioni in nostro possesso. Una volta appurata la relativa importanza del world building, cessa la confusione e torna a essere nei suoi due elementi essenziali molto ben fatto e approfondito.
Il finale è forse un po’ scontato, anche se estramamente adrenalinico, e sicuro: l’autrice non cerca di sconvolgere ǝ lettorǝ, anzi lǝ accontenta in praticamente tutto.
Questo sembra essere un po’ anche il punto del racconto finale Una corte di gelo e stelle: un contentino per з lettorз, troppo lento e senza azione, appare come un epilogo eccessivamente lungo e smielato (un po’ come per Harry Potter con i diciannove anni dopo). Inoltre mi ha fatto odiare ancora di più il personaggio dal cui punto di vista è raccontato La corte di fiamme e argento. Se e quando lo leggerò, troverete qui la recensione!

Una corte di spine e rose è una saga che è riuscita a conquistarmi nonostante molti difetti. Su tutto ho adorato i personaggi, approfonditi, realistici nel loro essere fantastici e ben sviluppati. Anche la storia si delinea abbastanza bene, non è originalissima ma ben fatta. Qualche incertezza sul world building e sul finale, ma tutto sommato una buona saga.

Voto trilogia: 8/10
Voto racconto: 6.5/10

Della stessa autrice..

(possibile multiverso!)

Trono di vetro

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Draghi

Pagine: 1536

Il tempo della magia è finito e sul trono di ghiaccio siede un re malvagio quando un’assassina giunge al castello. Il suo scopo non è uccidere, ma guadagnarsi la libertà. Dovrà sconfiggere ventitré contendenti in una sfida per diventare sicario di corte ed essere così rilasciata dalle terribili miniere di Endovier. Il suo nome è Celaena Sardothien. Presto la sua lotta per la vittoria si trasformerà in una lotta per la sopravvivenza, perché un oscuro pericolo minaccia il suo mondo. A lei il compito di estirparlo prima della distruzione.

Crescent City

Editore: Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 708

Ventitré anni, mezza Fae e mezza umana, Bryce Quinlan ha una vita perfetta: di giorno lavora in una galleria d’arte e di notte passa da una festa all’altra, senza problemi e senza preoccupazioni. Quando però una brutale strage scuote profondamente Crescent City, la città in cui vive, e Bryce perde una persona a lei molto cara, il suo mondo crolla in mille pezzi lasciandola disperata, ferita e molto sola. Adesso non cerca più il divertimento, ma un oblio in grado di farle dimenticare i terribili fatti che hanno cambiato la sua vita per sempre. Due anni dopo l’imputato è finalmente dietro le sbarre ma, tutt’a un tratto, i crimini ricominciano e Bryce è decisa a fare tutto il possibile per vendicare quelle morti. Ad affiancarla nelle indagini arriva Hunt Athalar, un famoso angelo caduto, prigioniero degli arcangeli che lui stesso aveva tentato di detronizzare. Le sue grandi capacità e la sua forza incredibile sono utilizzate all’unico scopo di eliminare i nemici del suo capo. Quando però si scatena il caos in città, Hunt riceve una proposta irrinunciabile: aiutare Bryce a trovare l’assassino e riconquistare, in cambio, la sua libertà.
Quando Bryce e Hunt cominciano a scavare in profondità nel ventre di Crescent City, scoprono un potere terrificante e oscuro che minaccia tutto e tutti, e vengono travolti da una passione irrefrenabile, che potrebbe renderli entrambi liberi, se solo lo volessero.