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L’improbabile fuga di Uriah Heep

Recensione del libro di H.G. , pubblicato da Oscar Mondadori. Alla fine trovate anche dei consigli di lettura.

È così che funziona la storia, il modo in cui ogni frase, ogni metafora, ogni riferimento si alimentano a vicenda per illuminare qualcosa di importante. L’esplosione della scoperta, dell’intuizione, è il momento più inebriante che ci sia. Emotivo, intellettuale, estetico. Per un momento, un singolo momento perfetto, un pezzetto di mondo ha perfettamente senso. Ed è meraviglioso. È un attimo di pura gioia, del tipo che provoca un piacere simile al dolore.
Ma nemmeno questa è la magia, non ancora. (O qualunque sia la parola.) Sempre solo lettura. O analisi letteraria? Sono due cose diverse? È solo leggere più in profondità.

Questa citazione racchiude il motivo per cui ho adorato questo libro e, allo stesso tempo, mostra l’unico difetto che gli ho trovato. Mi spiego. Questo romanzo è ricco di riferimenti alla letteratura, ma anche alla analisi e critica letteraria, che per me studentessa di letteratura sono una perfetta aggiunta a un libro già molto interessante di suo. Ma per chi non conosce l’argomento, la lettura potrebbe risultare appesantita a tratti e poco godibile. L’autrice prova ad adattare a tuttз la narrazione facendo raccontare la storia dal punto di vista di Rob che, al contrario di suo fratello Charley, è tutto tranne che uno studioso di letteratura. In questo modo, molti dei riferimenti letterari con la scusa di venire spiegati a suo beneficio risultano esserlo anche per ǝ lettorǝ. A mio parere questo escamotage non basta per apprezzare appieno il libro, ve lo sconsiglio se non vi sentite abbastanza ferrati in letteratura o almeno su Dickens.
Ma come al solito, andiamo con ordine. Questo romanzo è un inno alla lettura e ai libri, ai mondi fantastici che raccontano e alle millemila interpretazioni che noi lettorǝ possiamo dare ad ogni storia e personaggio che leggiamo. Attraverso la figura di Charley, vista con gli occhi di Rob, abbiamo uno scorcio di cos’è l’analisi letteraria o meglio, una lettura più in profondità. Questo grazie anche all’elemento fantastico introdotto dalla scrittrice: Charley, infatti, può evocare personaggi e oggetti, ma anche suoni e odori, dai libri ma, e qui viene il bello, la loro personalità dipende strettamente dalla sua interpretazione nel momento della lettura. Così si trovano diverse versioni dei personaggi che coesistono nel mondo reale, identici nell’aspetto se non per qualche tratto, molto diversi, invece, nel carattere: l’esempio meno spoileroso che posso fare sono i cinque Darcy, uno superbo, uno orgoglioso, uno addirittura timido e così via.
I personaggi, letterari e non, sono l’elemento migliore del romanzo. Quelli ‘reali’, per così dire, sono ben caratterizzati: spicca su tutti Rob, ma pure Charley, anche se lo conosciamo quasi esclusivamente attraverso il punto di vista completamente parziale di suo fratello, verso la fine si riesce a farsi un’idea precisa e realistica del suo carattere e personalità. Molto ben descritte anche le relazioni tra loro, in particolare tra i due fratelli Sutherland, di cui abbiamo praticamente un profilo psicologico completo.
La vera sorpresa sta nei personaggi letterari. Con la scusa delle diverse interpretazioni di cui parlavo prima, l’autrice riesce ad arricchire di sfumature anche i personaggi stereotipati, chi più chi meno, nella loro versione ‘originale’; e allo stesso tempo ricostruisce fedelmente e, a mio parere, magistralmente le personalità, i modi di fare di quelli più amati, conosciuti e già ben caratterizzati dǝl loro autorǝ.
Lasciata un po’ al caso è la magia e il suo funzionamento. L’autrice fissa pochissimi limiti e nessuna regola, proprio perché, come dice Charley, magia non è la parola adatta, in fondo è semplicemente lettura. Infatti, dopo poche pagine scopriamo che qualunque lettorǝ può evocare personaggi in un momento di forte connessione e comprensione di essi, a riprova del fatto che il funzionamento e le regole di questa magia o potere non sono ciò che conta per l’autrice.
Infine, ho apprezzato molto lo stile, semplice ma non troppo e capace di tenerti incollatǝ alle pagine, e i temi della xenofobia e del razzismo affrontati attraverso la situazione dei personaggi letterari che vivono nel mondo ‘reale’.

Questo libro non è per tuttз. Ma se siete appassionatɜ di letteratura, o meglio ancora di Dickens, è fatto apposta per voi. Questo romanzo è un inno alla lettura e all’unicità deз singolз lettorз. I personaggi, letterari e non, sono il punto di forza, insieme allo stile semplice e scorrevole che ti tiene incollatǝ alle pagine.

Voto: 9/10

L’improbabile fuga di Uriah Heep

di H.G. Parry

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fabula

Pagine: 516

Per tutta la vita Charley ha tenuto nascosta un’insolita abilità che sa controllare solo in parte: quella di evocare i personaggi dei libri nella vita reale.
Il fratello maggiore Rob – un giovane avvocato con una casa normale, una fidanzata normale e una vita ancora più normale – spera che, col tempo, quel bizzarro segreto di famiglia svanirà, così da non dover più proteggere Charley e il mondo reale l’uno dall’altro.
Ma un giorno i personaggi dei romanzi iniziano a combinare disastri in città, minacciando addirittura di distruggere il mondo e questa volta Charley non c’entra.
Qualcun altro, là fuori, ha il suo stesso “dono”. Toccherà a Charley e a Rob sventare i suoi piani. Possibilmente prima che venga scritta la parola Fine.

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Cuore d’inchiostro

Primo di una trilogia fantasy per ragazzi, incentrata proprio sul potere di evocare з personaggз dai libri, in questo caso però molto meno letterario, anche se altrettanto bello.

Editore: Mondadori – Collana: Oscar Bestsellers

Pagine: 504

Mo, il padre di Meggie, possiede una dote magica e terribile: leggendo un libro a voce alta è in grado di evocarne i personaggi. Come Capricorno, il signore dal cuore nero uscito dalle pagine di Cuore d’inchiostro per dare la caccia a Mo e impadronirsi del suo dono.