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Il mistero delle amazzoni

Recensione del libro di Hannah Lynn, pubblicato da Newton Compton.

Sulla morte non aveva mai avuto dubbi; l’amore, d’altro canto, era qualcosa in cui aveva trovato più difficile credere. Romantico, passionale, un amore in nome del quale era lecito scatenare una guerra o annientare eserciti: il concetto, nel suo complesso, le sembrava assurdo.

Mi sono convinta a leggere anche l’ultimo di questa trilogia dedicata alle donne greche della mitologia, nonostante non avessi particolarmente apprezzato i primi due. L’ultima possibilità di salvezza, o qualcosa del genere. Non ha funzionato. Al pari, se non peggio, dei titoli precedenti, Il mistero delle amazzoni non mi è piaciuto.
Cerchiamo di andare con ordine. A livello di retelling, quindi dell’interpretazione dell’autrice dei miti greci, ho trovato vari aspetti piuttosto problematici. Su tutti, il rapporto tra Teseo ed Ippolita: una relazione tossica romanticizzata all’eccesso. Oltre a tutto ciò che c’è di problematico in questo, la vicenda in sè si scontra con la caratterizzazione fatta di Ippolita: Regina delle Amazzoni, donna indipendente e capace di difendersi, ma che dopo essere stata drogata e rapita da Teseo, in totale negazione del suo rifiuto di sposarlo, abbandona molto in fretta la sua natura di guerriera e Regina perdonandolo e vivendo per anni con lui, come una piccola famigliola felice. Probabilmente, o almeno così spero, l’autrice volevo mostrare le difficoltà nel riconoscere e interrompere relazioni tossiche, ma ha ampiamente fallito. Il personaggio di Ippolita è stata forse la scelta sbagliata in questo senso, proprio per ciò che la contraddistingue. Con questo non voglio sminuire in nessun modo le difficoltà che qualunque donna affronta in situazioni di tossicità, ma in questo caso Ippolita non appare come succube di Teseo, non è incapace di andarsene o di vedere chi è realmente lui: decide in maniera lucida e razionale di restare con lui, conoscendone i difetti e gli errori.
L’altro aspetto assai problematico, e qui senza speranza di mal riuscita da parte della Lynn, è il trattamento riservato alle donne in questo romanzo. Soprattutto tramite il punto di vista di Pentesilea, ma nessun personaggio è risparmiato, l’autrice porta avanti l’idea secondo cui le donne sono forti, indipendenti solo se come gli uomini: guerriere spietate, che non si abbassano a provare sentimenti quali l’amore, visto come una vera e propria debolezza. Non mi stancherò mai di sottolineare quanto sia sbagliato questo tipo di pensiero: giustifica il maschilismo più becero (le donne sono inferiori perché emotive) e discrimina e divide le donne stesse, quanto di più lontano dal femminismo si possa trovare.
Detto questo, la scrittura dell’autrice è abbastanza scorrevole, anche se in quest’ultimo libro ci sono parecchie descrizioni e metafore ridondanti e che rasentano il senso logico. All’inizio sono riuscita ad apprezzare la rappresentazione della vita delle amazzoni: interessante e ben fatta, senza troppi scivoloni (che come dicevo sopra arrivano dopo).

Il mistero delle amazzoni è risultato problematico e per niente di mio gusto, esattamente come gli altri retelling della Lynn. Il rapporto tossico tra Teseo ed Ippolita è fin troppo romanticizzato e la visione della donna forte solo se guerriera spietata e priva di sentimenti è quanto di più lontano dal femminismo si possa trovare. La lettura è abbastanza scorrevole, anche se ci sono alcune descrizioni ridondanti e metafore senza molto senso.

Voto: 5/10

L’autrice ha scritto altri libri, slegati gli uni dagli altri, includendoli nella serie Greek Mythology, di cui questo è il terzo e ultimo. Qui trovate la recensione del primo, Il segreto di Medusa e del secondo, La vendetta degli dei.

Il mistero delle amazzoni

di Hannah Lynn

Editore: Newton Compton – Collana: 3.0

Pagine: 384

L’antica città di Temiscira ha una sovrana leggendaria: Ippolita, regina delle amazzoni. Il suo è un popolo di guerriere, temute in tutta la Grecia per lo straordinario valore in battaglia: si dice che sottomettano gli uomini e li utilizzino per la procreazione, che si amputino il seno destro per tirare meglio con l’arco e siano formidabili a cavalcare e con le armi. Ma ci sono pericoli che nessuna arma, per quanto letale, può scongiurare. E quando una nave giunge sulla costa dove Ippolita domina incontrastata, il destino ha già iniziato a tessere la sua tela.
Travolta da un amore inatteso e proibito, tanto impetuoso quanto contrario ai doveri di amazzone – ancora prima che di sovrana –, Ippolita fa una scelta dalle conseguenze irreversibili.
Sentendosi tradita dalla propria sorella, Pentesilea sarà costretta a salire sul trono al suo posto e lavare via la sciagura che Ippolita ha gettato sul popolo delle guerriere.
Dimostrerà al mondo intero, se necessario, che le amazzoni non conoscono alcuna debolezza. E che sfidare la loro ira vuol dire prepararsi a combattere.