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Il segreto di Medusa

Recensione del libro di Hannah Lynn, pubblicato da Newton Compton. Alla fine trovate anche dei consigli di lettura.

Ci accusano di continuo di essere emotive, irrazionali. Le donne non si ubriacano come gli uomini per poi insultare degli sconosciuti o lanciare pietre in segno di protesta. Le donne usano le parole e la ragione laddove gli uomini utilizzano i pugni e la forza bruta. Allora perché veniamo sempre per seconde?

Per questa recensione ho preferito scegliere una citazione che non mi è piaciuta per niente, perché voglio chiarire alcune cose a riguardo, prima di parlare del resto. La visione del mondo che traspare da questa frase è, a mio parere, molto semplicistica e soprattutto molto poco femminista. Mi spiego: il femminismo è per l’uguaglianza dei generi, la parità dei diritti, il ragionamento che fa l’autrice, invece, sembra proprio voler dire che le donne sono migliori degli uomini, più meritevoli, ovvero l’esatto contrario. Detto questo, il libro è talmente breve che la Lynn non ha neanche il tempo di approfondire troppo questo argomento, né in realtà altre tematiche, che vengono anche introdotte ma allo stesso modo vengono abbandonate molto velocemente.
La brevità del romanzo è il problema principale. Il libro è sostanzialmente diviso in due parti, la prima dal punto di vista di Medusa e la seconda di Perseo, che poteva essere un’ottima idea ma i personaggi risultano abbozzati, si ha a malapena il tempo di iniziare a conoscerli che già si è passati ad altro. L’aspetto che più ho apprezzato di Circe (che ha dato il via all’abbondanza di retelling mitologici) è proprio lo studio dei personaggi, quel nuovo livello di lettura che arricchiva la mitologia che già conosciamo. Qui, non c’è niente del genere: è un semplice racconto mitologico, con qualche modifica al personaggio di Medusa, ma molto superficiale. Allo stesso modo, la narrazione è a tratti molto veloce, il perché di determinate situazioni o azioni non viene approfondito, perché non c’è spazio per farlo.
Ma allora perché gli ho dato la sufficienza? Perché comunque è una lettura piacevole e scorrevole, grazie anche allo stile di scrittura, poetico ma non troppo.

Il segreto di Medusa (tradotto molto male da Athena’s Child) è un retelling mitologico senza infamia ne lode: la scrittura è scorrevole e la lettura tutto sommato piacevole; la vera pecca sta nella brevità del romanzo che penalizza la caratterizzazione dei personaggi e la trama.

Voto: 6-/10

L’autrice ha scritto altri libri, slegati gli uni dagli altri, includendoli nella serie Greek Mythology, di cui questo è il primo. Per ora, in italiano è stato tradotto il secondo incentrato su Clitennestra, La vendetta degli dei, e il terzo, su Ippolita e Pentesilea, Il mistero delle amazzoni.

Il segreto di Medusa

di Hannah Lynn

Editore: Newton Compton – Collana: 3.0

Pagine: 256

Radiosa, innocente, la più pura tra le sacerdotesse di Atena. La bellezza di Medusa va ben oltre quella dei semplici mortali. Per questo, quando lo sguardo colmo di lussuria del dio Poseidone cade su di lei, l’unico luogo in cui spera di trovare rifugio è il sacro tempio della protettrice dei greci. Ma nessuno può sfuggire a un dio. E la divina Atena, signora delle arti e della guerra, non avrà pietà per colei che ha profanato la sua casa. Poco importa che Medusa, violata nel corpo e nello spirito contro la propria volontà, implori il suo perdono.
Da questo momento il male che le è stato inflitto diventerà la sua corazza e abbraccerà l’oscurità, in esilio, perché chiunque altro le ha voltato le spalle. Si trasformerà nel mostro che gli altri hanno deciso che doveva essere.
Nel frattempo, un giovane di nome Perseo si appresta a partire con la missione di uccidere Medusa. La storia dell’eroe Perseo e del mostro Medusa è stata raccontata molte volte.
Questa è un’altra storia.
In un tempo in cui gli dèi camminano tra i mortali, il confine tra la gloria e l’infamia è estremamente labile. Ma ogni mito ha bisogno di eroi e di mostri.

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La torcia

Perché è un’altra rivisitazione della mitologia, in questo caso della vita di Cassandra, a mio parere migliore e più approfondita.

Editore: HarperCollins

Pagine: 648

Tutti conosciamo la storia della guerra di Troia. I protagonisti sono Achille, Ettore, Paride, Priamo, Aiace, Odisseo: uomini che danno grandi prove di coraggio, che combattono per l’onore di uno di loro, per il potere, per difendere la propria città o per la rabbia di una perdita che lascia un vuoto incolmabile. Uomini che uccidono, rapiscono, imbrogliano, stuprano… Ma forse la storia vera non è proprio come ce l’hanno raccontata. Molte donne l’hanno abitata e non erano solo prede da riscattare, ma regine, guerriere, sacerdotesse. Potenti, e sagge. La loro voce si è indebolita nei secoli, soffocata dal clangore delle armi e dai gridi di guerra maschili. Eppure c’è una voce che deve essere ancora ascoltata, una voce che da sempre è stata condannata a non essere creduta. È quella di Cassandra. Nata da Ecuba e Priamo, fin dalla nascita è destinata a essere molto più di una principessa. Prima ancora che sua madre la mandasse a vivere tra le Amazzoni, viene scelta dal dio del Sole, Apollo, come sua sacerdotessa e da lui riceve il dono della Vista. Ma quando profetizza la sanguinosa guerra tra Achei e Troiani che porterà alla distruzione della sua città, quando annuncia che la collera degli dei sta per abbattersi su tutti loro, nessuno l’ascolta, nessuno prende sul serio i suoi avvertimenti su una donna bellissima che porterà con sé indicibili sciagure. Mescolando verità storica e leggenda, Marion Zimmer Bradley reinterpreta la guerra di Troia, dà voce agli esseri umani coinvolti in una lotta disperata che condanna in egual misura vinti e vincitori, racconta il loro destino attraverso la voce di Cassandra, principessa, sacerdotessa, guerriera, ma prima di tutto donna.