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Le dame di Grace Adieu e altre storie

Recensione della raccolta di racconti di Susanna Clarke, pubblicata da Fazi.

[…] poiché le signore (lo sanno tutti) non studiano magia. I maghi sono una faccenda diversa: le donne (lo sanno tutti) impazziscono per i maghi.

Già in Jonathan Strange e il signor Norrell, si parlava di magia praticata da donne, anche se in minima parte: venivano riconosciute solamente due donne con un ruolo importante nella Storia della magia. Questo perché il romanzo è ambientato a inizio ‘800, le donne non potevano avere importanza quanto gli uomini, figurati praticare la magia! Susanna Clarke ha fatto la scelta più verosimile, ma non le è bastato. In questa raccolta di racconti, infatti, non solo scopriamo ancora più informazioni e dettagli sulle Terre Altre e gli esseri fatati, ma in molte delle storie le donne assumono un ruolo più preponderante sia a livello di trama che di pratica della magia.
Avendo adorato l’altro libro ero terrorizzata che questo mi deludesse, anche per la notevole differenza di pagine. Anche con meno spazio, Susanna Clarke è riuscita a scrivere un piccolo gioiellino. Ognuno degli otto racconti risalta per tono e atmosfera diversi, mantenendo allo stesso tempo coerenza stilistica, oltre a seguire il filo conduttore caratterizzato dalla comune ambientazione e a volte dalla maggior importanza della figura femminile. L’ironia dell’autrice non manca mai, in alcuni racconti spicca di più, in altri si limita a qualche commento qua e là, un uso equilibrato e coerente, esattamente come in Strange.
Il primo racconto, che dà il nome alla raccolta, è uno di quelli che ho preferito di più sia per il ritorno di Jonathan Strange, che per la storia in sè: le tre dame protagoniste mi hanno ricordato molto le tre sorelle di Le streghe in eterno, forti e indipendenti, in grado di mettere al suo posto il secondo mago più famoso d’Inghilterra. La collina di Lickerish e La signora Mabb sono le due storie più fiabesche della raccolta, sempre con protagoniste donne intraprendenti, che devono cavarsela in un mondo governato da uomini. Ho molto apprezzato, in questo senso, come l’autrice non mostri solo figure femminili positive, che si rifanno del controllo e potere degli uomini: in tutti questi racconti viene mostrato come soffermarsi su ciò che ci differenzia sia alquanto inutile e distruttivo, quando in realtà siamo accomunati dalle stesse debolezze e virtù, in egual misura.
Molto più breve, ma non per questo di meno valore, Il duca di Wellington e il suo cavallo che mi ha conquistato subito per lo stile ironico e il fantastico e inaspettato crossover con Stardust di Neil Gaiman. Oltre agli intrecci con la Storia inglese (c’è anche un racconto di Mary Stuart, Ricami e ricami, con una magia simile a quella del racconto con Wellington), come anticipato sopra, ci sono anche quelli con la Storia della magia e le Terre Altre. Tom Brightwind o come fu costruito il ponte fatato di Thoresby è forse il racconto con più nuove informazioni sugli esseri fatati: la storia è quasi fiabesca, ma con le note a piè di pagina (molto istruttive come sempre!) e l’immancabile ironia che danno quel tocco originale tipico della Clarke. Al contrario, Il signor Simonelli e il vedovo fatato e John Uskglass e il carbonaio del Cumberland richiamano più le classiche storie del folklore, ma quello inventato dall’autrice in Strange: scorrevoli e avvincenti al pari delle altre, semplicemente non aggiungono molto a ciò che già sappiamo.

Questa raccolta di racconti ha superato ogni mia più rosea aspettativa. Tra curiosità sulle Terre Altre e incontri con la magia di personaggi storici, l’autrice ci accompagna in un fantastico viaggio di ritorno nel mondo magico da lei creato. Con la sua immancabile ironia, scopriamo il ruolo delle donne nella Storia della magia inglese, solo vagamente accennato in Jonathan Strange e il signor Norrell.

Voto: 9.5/10

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Le dame di Grace Adieu

di Susanna Clarke

Editore: Fazi – Collana: Lainya

Pagine: 276

Molti mortali hanno vagato per le campagne inglesi senza farne più ritorno. Questo perché tra i boschi silenziosi e le verdi colline si celano dei confini invisibili, al di là dei quali il mondo reale si ripiega su dimensioni assai più magiche e ricche di insidie. Lo sanno bene i protagonisti di queste storie, che si ritrovano a interagire con creature impertinenti e maliziose che giocano con la superficie delle cose, scompigliando il buon senso e l’ordine della realtà. Da una vita di campagna solo apparentemente tranquilla fino ai castelli dove è stata scritta la storia dell’Inghilterra, in questi racconti maghi e fate si intromettono nelle esistenze assolutamente comuni di vicari di campagna e fidanzate gelose, ma anche nei destini di figure storiche come Maria di Scozia e il duca di Wellington.

Della stessa autrice anche

Qui trovate la recensione!

Piranesi

di Susanna Clarke

Editore: Fazi – Collana: Lainya

Pagine: 300

Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.
Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.