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Viaggio tra le saghe. Hunger Games

Approfondimenti e recensioni sulle saghe fantasy/fantascienza per creare delle guide alla lettura e alla scelta. Sesta puntata: la tetralogia di Hunger Games di Suzanne Collins.

Per iniziare

Non potevo non parlare di una delle trilogie migliori degli ultimi anni, soprattutto dopo l’uscita del prequel. Ma andiamo con ordine. La trilogia distopica è composta da:

  1. Hunger Games
  2. La ragazza di fuoco
  3. Il canto della rivolta

A dieci anni dall’uscita del terzo volume, l’autrice ha pubblicato un prequel, La ballata dell’usignolo e del serpente, incentrato su Coriolanus Snow, prima che diventasse il temuto Presidente di Panem. Nonostante sia un prequel, consiglio di leggere prima la trilogia così da cogliere tutti i riferimenti, anche se è comprensibile e godibile anche senza averla già letta.
Ultime notizie fantastiche: l’autrice ha annunciato l’uscita di un’ulteriore prequel, ambientato durante i 50esimi Hunger Games (quelli di Haymitch) quindi tra La ballata e la trilogia, intitolato Sunrise on the Reaping, che uscirà a marzo 2025. Non contenti, è stato subito annunciato anche l’adattamento cinematografico in uscita a novembre 2026.

La trama

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Draghi

Pagine: 1140

Quando Katniss urla «Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!» sa di aver appena firmato la propria condanna a morte. È il giorno dell’estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i dodici e i diciotto anni che verrà gettato nell’Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l’audience.
Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c’è Peeta, un ragazzo gentile che sembra non avere la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c’è spazio per l’amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

Editore: Mondadori – Collana: Oscar Absolute

Pagine: 480

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games.
A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, opportunità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il Distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.
Le sorti dei due giovani, a questo punto, sono intrecciate in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

Recensione

Hunger Games è un romanzo che ha il grandissimo pregio di aver riportato in auge il genere distopico, facendolo scoprire anche alle nuove generazioni (me compresa!). Ho divorato in pochi giorni più volte l’intera trilogia, questo perché la scrittura di Suzanne Collins è molto semplice e scorrevole: descrizioni brevi come i periodi che le compongono, uno stile molto diretto, senza fronzoli, perfetto per la storia raccontata. I personaggi non risentono della brevità della narrazione: Katniss ovviamente è la meglio caratterizzata, essendo la storia raccontata in prima persona da lei; nonostante conosciamo gli altri personaggi attraverso il suo punto di vista, da Peeta a Ranuncolo, sono tutti molto approfonditi e descritti nel dettaglio. Un aspetto che ho apprezzato molto è stata la scelta dell’autrice di avere una protagonista tutto fuorché perfetta, un antieroina in tutto e per tutto, affiancandole anche altri personaggi grigi (Haymitch, Finnick, Gale, Johanna), tutti con le proprie specificità e per niente stereotipati. Non può mancare, però, un personaggio veramente buono, puro di cuore e che nonostante tutto quello che subisce, rimarrà tale: Peeta, il costante supporto di Katniss e Haymitch, lo spiraglio di luce a cui entrambi si aggrappano per provare a restare a galla.
La psicologia dei personaggi è estremamente importante in questi libri: non viene tralasciato niente, tutto quello che succede ha delle ripercussioni, i traumi subiti dai vari personaggi restano con loro e influenzano tutto quello che fanno da lì in poi; inoltre, danno più profondità e aggiungono sfumature, arricchendo ulteriormente la caratterizzazione.
Ma veniamo al world building. Nonostante lo stile dell’autrice non sia particolarmente prolisso, il world building è lineare e allo stesso tempo dettagliato quando si parla di aspetti importanti per la trama: la Storia di Panem è chiara e concisa, nessun elemento superfluo, tutto quello che ci viene detto ha un suo perché oltre che una sua spiegazione; i Distretti sono ben distinti gli uni dagli altri, ognuno con le proprie specificità culturali, geografiche e anche politiche.
La trama è un altro mega punto a favore della saga: per quanto l’idea degli Hunger Games ricordi molto Battle Royale di Koushun Takami (da cui è stato anche tratto un film), lo sviluppo della storia, il contesto in cui è ambientata, i vari colpi di scena, sono originali e molto interessanti. Inoltre, essendo una trilogia, c’è più spazio per trattare varie tematiche, creando così livelli diversi di significato e profondità: da la dittatura che usa la paura e la violenza per mantenere il potere alle lotte di classe, passando per stereotipi di genere e una satira dei reality show.

Il prequel è molto diverso dalla trilogia: sono passati dieci anni anche per l’autrice, non solo per noi lettori.
Suzanne Collins ci presenta un Presidente Snow non ancora crudele come l’abbiamo conosciuto la prima volta, ma neanche troppo lontano dall’esserlo. In parte apparentemente giustificato dall’essere nato e cresciuto a Capitol City, in realtà ci viene mostrato in lotta tra la sua ambizione e il suo orgoglio di essere uno Snow, rappresentati dalla “signora nonna”, e il non assecondarle per seguire la parte migliore di sé, rappresentata da sua cugina Tigris.
Gli Hunger Games a cui deve partecipare come mentore mettono in mostra questa sua divisione: da un lato, l’amico Seianus, ex abitante del distretto 2, ora a Capitol City grazie alla fortuna del padre dopo la guerra, che evidenzia l’aspetto barbarico dei Giochi come punizione per i distretti; dall’altro la dottoressa Gaul che induce Coriolanus a riconoscere nei Giochi non soltanto una punizione, portandolo anche a ristrutturarli. L’autrice non riesce, però, a fare uno studio psicologico del personaggio molto approfondito: non sempre c’è coerenza tra i vari passaggi dello sviluppo di Coriolanus. Questo non le impedisce di creare una storia appassionante e di rivelare alcuni dettagli della vita di Snow che permettono di vedere sotto un’altra luce il suo comportamento di sessantaquattro anni dopo.
La lettura di questo prequel non è scorrevole quanto quella della trilogia: la scrittura è meno concisa, si sofferma di più sulla descrizione dei luoghi, ma soprattutto sui pensieri di Coriolanus Snow. Rimane, comunque, uno stile di scrittura semplice, che senza troppi giri di parole consegna il messaggio al lettore.

Trilogia voto: 10/10
Prequel: 9/10

Adattamento

I film tratti dai libri di Hunger Games sono tra i migliori adattamenti che io abbia mai visto. Cast, trama, ambientazioni, tutto davvero perfetto, oltre che estremamente godibile! Se solo fossero tutti così gli adattamenti…

A novembre 2023 è arrivato anche l’adattamento del prequel!

Bel film, cast spaziale, colonna sonora super. Peccato per qualche errore nella caratterizzazione dei personaggi: Coriolanus è un po’ troppo tendente al ‘buono’; Lucy Gray ricalca quasi in toto Katniss e il preside Highbottom è un po’ troppo esplicito nei suoi ideali. Non è il miglior adattamento, ma il meglio che si potesse fare considerato quanto è introspettivo il libro.