Le diecimila porte di January
Recensione del libro di Alix E. Harrow, pubblicato da Oscar Mondadori. Alla fine trovate anche dei consigli di lettura.
Spero che troverai le fessure nel mondo e le renderai più ampie, in modo da lasciar passare la luce di altri soli; spero che manterrai il mondo turbolento, caotico e pieno di strane magie; spero che correrai attraverso ogni Porta aperta e che racconterai le tue storie al ritorno.
Questo libro è difficile da recensire in maniera coerente e ora capirete perché. La storia non è particolarmente originale (io di norma non riesco a capire che cosa succederà perché non mi dò il tempo di pensarci, in questo caso pure io ho visto arrivare i plot twist da km di distanza!) e i personaggi sono quasi totalmente statici per tutta la durata del libro, eppure l’ho divorato in pochi giorni, non ho mai avuto momenti di noia o in cui ho fatto fatica a continuare la lettura. Il merito è tutto della scrittura: Alix E. Harrow ha uno stile barocco ma che riesce comunque a essere scorrevole, ma soprattutto è riuscita a farmi empatizzare con la protagonista.
Ma andiamo con ordine. Come dicevo, la trama è abbastanza banale e molto semplice, al punto che lo sviluppo è facilmente prevedibile fin dall’inizio. Ho apprezzato l’idea del libro nel libro, anche se forse un pelino troppo lunga e parte fondamentale del problema prevedibilità: se anche non si intuisce subito quello che succederà, i capitoli dell”altro’ libro sembrano quasi volertelo spiegare nel dettaglio, tipo insegna luminosa con tanto di frecce che la indicano. Forse, con una struttura diversa, la storia sarebbe stata meno scontata, o almeno lo sarebbe sembrata. Ma.. eh ma, la lettura è piacevole, scorrevole e anche un po’ intrigante grazie al fascino dell’idea delle Porte verso millemila mondi.
Arriviamo ai personaggi, anche se non c’è molto da dire. Purtroppo, esclusa forse January che un minimo di evoluzione ce l’ha, sono tutti estremamente statici e anche un po’ monodimensionali; stesso discorso per le relazioni: quelle amorose sono troppo simili e abbastanza scontate; le altre sono quasi tutte descritte abbastanza superficialmente, esclusa quella tra January e il signor Locke (non mi dilungo troppo per non fare spoiler). Ma, anche qui, l’autrice è brava nella descrizione degli stati d’animo, in particolare della protagonista che seguiamo in prima persona nel corso della storia: empatizzi con lei, percepisci e comprendi quello che prova come se lo provassi tu stessə.
Il world building è abbastanza ben fatto, anche se il funzionamento della magia è lasciato un po’ al caso: viene detto che ci sono prezzi da pagare e che determinate cose non si possono fare senza perdere la vita, ma poi, invece, vengono fatte senza una vera e propria spiegazione (più o meno lo stesso problema con la magia dei Grisha nei libri della Bardugo).
Le diecimila porte di January è un libro particolare: nonostante una trama banale e prevedibile, personaggi statici e monodimensionali e world building accettabile, riesce, grazie alla scrittura della Harrow che valorizza il tutto, ad essere un libro scorrevole, piacevole, affascinante e, a modo suo, intrigante.
Voto: 7/10
Le diecimila porte di January
di Alix E. Harrow
Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica
Pagine: 396
Estate 1901. Un’antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto.
Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti “di un valore singolare e unico”, e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura. Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d’argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma.
Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: LE DIECIM POR. Un libro che ha l’aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei.
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