Search

A Study in Drowning

Recensione del libro di Ava Reid, pubblicato da Il Castoro.

L’unico nemico è il mare.

Non sapevo cosa aspettarmi da questo libro, non riuscivo ad inquadrarlo. Ora che l’ho finito faccio ancora un po’ fatica a definirlo: è un misto di dark academia e gotico, con un tocco di romance e di romanzo di formazione. Insomma, un miscuglio però ben riuscito. Al solito cerchiamo di andare con ordine.
Di questo libro ho molto apprezzato tre elementi: la scrittura, l’ambientazione e i personaggi, o meglio la protagonista. Lo stile dell’autrice mi ha catturata fin da subito: poetico ma non troppo, non risulta mai pesante o poco scorrevole. L’ambientazione, sia quella più accademica all’inzio che quella più gotica del resto del libro, è resa praticamente alla perfezione. Le descrizioni non sono mai prolisse, ma sempre vivide ed estremamente evocative. L’effetto è quello di immersione totale nell’atmosfere del romanzo: gotiche con quel tocco di disperazione romantica (nel senso di corrente letteraria dell’800), nel giro di poche pagine ci si sente in balia degli elementi tanto quanto Effy. Infatti, nonostante sia ambientato in un mondo immaginario con elementi fantastici, l’autrice riesce a rendere tutto estremamente reale, dando l’impressione di aver vissuto per davvero a Caer-Isel o a Villa Hiraeth; che è poi la sensazione che si ha quando finisce il libro: quella di aver dormito nel campus con Effy, di aver studiato nella biblioteca del college più prestigioso di Llyr, di aver sperimentato la furia del mare sulle scogliere dei Cento Fondi. Questo nonostante il worldbuilding sia ben poco approfondito: vengono fornite tutte le informazioni necessarie alla comprensione della storia, lo stretto indispensabile, ma non lo considerei un difetto data la brevità del libro, la centralità data all’ambientazione e, soprattutto, quanto questa sia efficace.
Per chiudere la parte positiva della recensione, non posso non parlare della caratterizzazione di Effy. Insieme all’ambientazione, è il motivo per leggere questo libro. Effy è un personaggio realistico, estremamente umano, con i suoi difetti e pregi, che cerca il suo posto in una società patriarcale che fa di tutto per impedirle di essere sé stessa. Ed è qui che l’autrice mi ha del tutto conquistata: non ha presentato un’eroina forte e intraprendente che si batte contro l’ingiusto sistema in cui vive, ma l’esatto opposto, una ragazzina che subito numerosi traumi e che cerca di soppravvivere e andare avanti come meglio può. Così entra in gioco anche l’elemento romanzo di formazione: Effy crescerà nel corso della storia, imparerà ad affrontare i propri traumi e le difficoltà della vita, a costruirsi delle solide fondamenta che la sosterranno sempre e comunque. A tal proposito, l’autrice riesce a trattare con molta delicatezza e profondità le varie tematiche, soprattutto la rappresentazione del trauma e di cosa vuol dire essere vittima di abusi, fisici e psicologici.
Gli altri personaggi sono solo di sfondo, l’unico che spicca di più è Preston anche se non riesce ad emergere quanto Effy: nonostante non sia un cartonato, anzi ha una caratterizzazione abbastanza approfondita, risulta superficiale per il contrasto inevitabile con la protagonista. Da questa caratterizzazione non ne esce al meglio la storia d’amore: insta love, si sviluppa in maniera un po’ troppo banale. L’intimità tra i due cresce fin troppo in fretta, e anche se dopo arrivano a conoscersi e ad apprezzarsi per qualcosa di più che l’aspetto, risulta comunque superficiale, poco approfondita.
Non resta che parlare della trama, il problema non problema di questo libro. Fin da subito risulta molto semplice, e sicuramente non vuole essere il fulcro del romanzo, però nell’ultima parte è troppo frettolosa e alcune cose iniziano a non quadrare molto. Si parla di piccolezze, quasi non ci se ne accorge durante la lettura, se non appunto sul finire del libro.

Di questo libro mi hanno conquistata l’ambientazione, vivida e realistica, la scrittura, immersiva e poetica al punto giusto, e il personaggio di Effy, ottima caratterizzazione ed evoluzione. Mi ha convinto poco la storia d’amore, un po’ banale e poco approfondita, e la trama è molto semplice e un po’ confusa e frettolosa sul finale.

Voto: 8.5/10

A Study in Drowning

di Ava Reid

Editore: Il Castoro – Collana: Il Castoro Off

Pagine: 372

Effy Sayre ha sempre creduto nelle fiabe. Non ha avuto scelta. Fin da bambina, è perseguitata da visioni del Re delle Fate. Ha trovato conforto solo tra le pagine di Angharad, il romanzo del compianto Emrys Myrddin che racconta di una giovane che si innamora del Re delle Fate, arrivando però a distruggerlo.
Il libro è tutto ciò che tiene a galla Effy alla prestigiosa facoltà di architettura dell’Università del Llyr. Così, quando la famiglia Myrddin indice un bando per ristrutturare la magione dell’autore, Effy è sicura che questo sia il suo destino.
Ma Villa Hiraeth è un’impresa impossibile: una casa ammuffita e decrepita sul punto di sgretolarsi nel mare affamato. E quando Effy vi arriva, scopre di non essere sola. Preston Héloury, un giovane e tedioso studioso di letteratura, è determinato a dimostrare che il prestigioso autore era un truffatore.
Mentre i due studenti investigano sull’eredità di Myrddin, mettendo insieme i frammenti attraverso lettere, libri e diari, scoprono che le fondamenta della casa non sono l’unica cosa di cui non ci si può fidare. Forze oscure, sia mortali sia magiche, cospirano contro di loro… e la verità potrebbe portare entrambi alla rovina.

Potrebbe piacerti anche…

Qui trovate la recensione completa!

Gallant

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 360

Per tutta la vita Olivia Prior, cresciuta nel tetro Collegio per ragazze indipendenti Merilance, si è chiesta chi sia davvero e a quale luogo appartenga. Ha un unico indizio per scoprirlo: un quadernino malconcio dalla copertina verde. È il diario della madre, pieno di enigmatiche frasi che sembrano indovinelli (e che mostrano la sua discesa nella follia) e disegni che paiono semplici macchie d’inchiostro.
Ma un giorno arriva una lettera, che la richiama a casa, a Gallant. Proprio il luogo da cui il diario materno l’ha messa in guardia.
E Olivia, senza pensarci due volte, parte.
Qui trova il suo ultimo parente in vita e la dimora di famiglia. Un palazzo sontuoso con una sala da ballo, uno studio che custodisce una misteriosa scultura e un grande giardino rigoglioso. E, nel giardino, un muro diroccato con una porta di ferro. Una porta che Olivia non dovrà mai e poi mai aprire.
Tuttavia, nessuno da Gallant le ha spedito quella lettera.
Nessuno le racconterà cosa tormenta i sogni del cugino, cos’è successo alla madre, o cosa la attende dall’altra parte del muro.
Sono state le ombre a ricondurre Olivia a Gallant?
E cosa vorranno in cambio?