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Divini rivali

Recensione del libro di Rebecca Ross, pubblicato da Fazi.

Hai mai la sensazione di indossare un’armatura, giorno dopo giorno? L’impressione che la gente, quando ti guarda, veda solo il bagliore dell’acciaio di cui ti sei tanto prudentemente rivestito? Gli altri vedono in te quel che vogliono vedere – il riflesso distorto del loro stesso viso, un pezzo di cielo, un’ombra tra i palazzi. Vedono tutte le volte che commetti un errore, tutte le volte che fallisci, tutte le volte che li ferisci o li deludi. Come se fosse tutto ciò che sarai mai ai loro occhi.
Come si può cambiare una cosa del genere? Come si può prendere il controllo della propria vita senza sentirsi in colpa per questo?

L’hype che ha questo libro mi ha spinto ad informarmi bene su cosa aspettarmi, per non partire con aspettative troppo alte che inevitabilmente sarebbero state disattese. Per fortuna aggiungerei, perché l’idea degli dèi in guerra mi incuriosiva molto, ma in realtà ci troviamo davanti ad un romantasy in stile ACOTAR o Folk of the air, quindi con molta attenzione alla storia d’amore, appunto, e meno al worldbuilding e alla trama. Con queste premesse, ho iniziato la lettura nello stato più neutrale possibile e ha funzionato: il libro mi è piaciuto, anche se non mi ha conquistata appieno. I problemi sono stati principalmente due: come si può intuire, trama e worldbuilding. Ma, al solito, andiamo con ordine.
La trama ha due filoni: la storia d’amore tra Iris e Roman e la guerra tra le divinità, Dacre e Enva. Per quanto riguarda il primo, non posso negare di essermi trovata coinvolta dai due fin da subito, nonostante varie cose che non mi hanno convinta. Prima di tutto, la loro relazione ci viene presentata come rivals to lovers, ma è solo parzialmente vero: Iris e Roman si contendono effettivamente la stessa promozione, non mancano le schermaglie verbali tipiche di questo trope (che anche nella banalità raggiungono il loro obiettivo), ma in poche pagine già si scopre l’interesse quantomeno estetico di Iris e quello già più profondo di Roman, il che rovina l’atmosfera da rivali, altrimenti ben riuscita. Questo crea anche un altro problema: per quanto possa passare prima che si possano definire una coppia, i loro sentimenti ci sono esplicitati troppo presto perché si possa parlare di slowburn e con questo trope in particolare, almeno per me, il bello è proprio l’attesa al limite dello snervante, ma proprio per quello efficace. Come dicevo, è comunque coinvolgente anche quando diventa chiaro che è praticamente identica a quella del film C’è posta per te: non solo la premessa, ma anche lo sviluppo ricalca quello della storia d’amore del film. L’altro filone della trama, quello della guerra, è a metà, sia positivo che negativo: da un lato l’autrice gestisce molto bene il tema e tutto ciò che comporta, approfondito e realistico, rende in maniera molto vivida l’esperienza di Iris al fronte e le conseguenze di essa; dall’altro la storia e le motivazioni di questa guerra risultano banali e semplificate, a causa di un worldbuilding essenziale, che fornisce le informazioni indispensabili e niente di più. In questo senso, worldbuilding e trama sono strettamente collegati: infatti, se nella prima parte del romanzo la guerra era di sfondo e di conseguenza le poche informazioni su di essa erano più che sufficienti, dal momento in cui invece la guerra acquisisce un ruolo più centrale nella storia, anche il worldbuilding dovrebbe essere maggiormente approfondito e sviluppato. Oltretutto, in questo modo si creano anche vari buchi di trama. Non resta che sperare che nel secondo libro ci siano maggiori informazioni e spiegazioni.
Non salvo solamente le tematiche e come vengono affrontate, anche i personaggi sono gestiti bene. O meglio i protagonisti, Iris e Roman, lo sono, ma considerato il ruolo davvero molto secondario degli altri, va più che bene così. Lo sviluppo di entrambi nel corso del libro è davvero ben fatto e riesce a risollevare l’interesse per la storia d’amore: infatti, parte della loro crescita è dovuta proprio al rapporto che instaurano, prima come colleghi e ignari “amici di penna”, poi come coppia. Riescono a capirsi e anche ad aiutarsi, nonostante le loro numerose differenze, arrivando così ad essere le versioni migliori di loro stessi.
Altra nota positiva è lo stile dell’autrice: semplice, ma a suo modo poetico ed evocativo, permette una lettura scorrevole e intrigante.

Divini rivali è un romantasy piuttosto classico: storia d’amore centrale, trama semplice e worldbuilding essenziale. Ma spiccano sul resto i personaggi e le tematiche affrontate: i primi ben caratterizzati, realistici e con un buon arco evolutivo; le seconde interessanti, approfondite e molto vivide. Lo stile di scrittura, semplice ma evocativo, alleggerisce l’atmosfera e rende la lettura scorrevole.

Voto: 7+/10

Divini rivali

di Rebecca Ross

Editore: Fazi – Collana: Lainya

Pagine: 408

Mentre una sanguinosa guerra tra divinità infuria nel paese, la diciottenne Iris Winnow cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Il fratello è partito per la guerra e non dà notizie di sé, la madre annega i dispiaceri nell’alcol, il lavoro da giornalista non le dà soddisfazioni. Sogna un futuro in cui la sua scrittura farà la differenza grazie alla promozione a editorialista, ma per ottenerla deve competere con l’affascinante e scontroso Roman Kitt. L’unica valvola di sfogo, per Iris, è la sua macchina da scrivere, dono dell’amata nonna, con cui spera di mettersi in contatto con il fratello scomparso, ma le lettere che infila sotto al guardaroba finiscono proprio nelle mani di Roman, che decide di risponderle anonimamente avviando così un rapporto epistolare. Questo legame speciale e inaspettato farà nascere tra i due complicità e attrazione, trascinandoli nel vivo di un conflitto che deciderà le sorti non solo del loro paese ma anche del loro amore.
Due giornalisti rivali uniti da un legame magico intrecceranno per sempre i loro destini attraverso l’inferno della guerra e l’incanto della passione. Si dice che l’amore vinca su tutto, ma può trionfare anche in uno scontro tra divinità?
Nessuna divinità
Nessuna creatura
Nessuna guerra
Potrà mettersi tra di loro.

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Trovate la recensione di tutta la trilogia qui!

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Editore: Fazi – Collana: Lainya

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A ogni anima spetta il suo paradiso, ma qual è quello di Dylan? L’iniziale ritrosia di Dylan e l’indifferenza di Tristan si trasformano a poco a poco in fiducia e in un’attrazione magnetica tra i due ragazzi che non sembrano più volersi dividere. Arrivati al termine del loro viaggio insieme, Dylan proverà a sovvertire le regole del suo destino e del mondo di Tristan, pur di non perderlo.

La dodicesima puntata di Viaggio tra le saghe è dedicata a questa serie!

Folk of the air

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