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Una dote di sangue

Recensione del libro di Saint T. Gibson, pubblicato da Oscar Mondadori. Alla fine trovate anche un consiglio di lettura!

Ma comunque, ero ancora ottimista. Volevo ancora credere di vivere in una favola, di sdraiarmi ogni notte accanto a un principe invece che a un lupo.
Volevo crederti.

Questo libro non è un retelling di Dracula, e non vuole neanche esserlo. La storia è raccontata da Constanta attraverso un’ultima lettera d’amore a Lui, che possiamo solo intuire essere Dracula perché non viene mai menzionato il suo nome. L’attenzione è, infatti, tutta sulla loro relazione disfunzionale e tossica, su cosa vuol dire subire violenza psicologica, sulla difficoltà a realizzare la situazione e ad uscirne. L’elemento vampiresco è solo di sfondo, contribuisce a creare l’atmosfera gotica e un po’ horror del romanzo, ma soprattutto cerca di distanziare ǝ lettorǝ dalla crudità dei fatti descritti, dandogli un tocco irrealistico. Nonostante questo possa sembrare un difetto, in realtà è l’esatto contrario: l’autrice non indora la pillola, non cerca di far credere che tutto questo non possa essere reale, permette invece di seguire la storia senza un magone costante per le violenze subite da Constanta, Magdalena e Alexi. Si crea, insomma, la giusta dose di distacco, abbastanza per non immedesimersi eccessivamente nella situazione ma non troppo al punto da non empatizzare. Questo equilibrio è raggiunto anche grazie alla forma scelta per il racconto, quella della lettera, e il suo essere rivolta proprio a Lui, all’abusatore: seguiamo in prima persona l’evolversi della relazione, da apparente favola a incubo, ma fin dalla prima pagina ci viene detto come andrà a finire, come per impedirci di cadere nello stesso inganno di Constanta.
La scelta del racconto in prima persona influenza molto anche la caratterizzazione dei personaggi. Se Constanta emerge vividamente dalle pagine, ha una sua evoluzione (anche se non molto approfondita), gli altri sono relegati al ruolo assegnatoli all’interno della storia: Magdalena è intelligente, vivace, maliziosa e affamata di vita, il cui spirito viene distrutto dai Suoi abusi; Alexi è il giovane impulsivo e presuntuoso, ma in realtà estremamente fragile e bisognoso di amore; Lui incarna pienamente il profilo dell’abusatore, arrogante, si considera superiore a chiunque, sempre in controllo, meschino ma allo stesso tempo affascinante. Non proprio stereotipati, ma comunque con ruoli fissi da cui non si discostano nel corso della storia. Considerata la brevità del romanzo, non c’era da aspettarsi una maggiore caratterizzazione, soprattutto con l’attenzione interamente incentrata sulla relazione e le sue problematicità.
Questi ultimi due elementi sono anche la causa della mancanza di una trama vera e propria. Fin da subito sappiamo che Lui morirà per mano di Costanta e che, prima, si uniranno a loro Magdalena e Alexi: nessun colpo di scena o evento sconvolgente, ma tante piccole situazioni che descrivono la lenta presa di coscienza della Sua crudeltà e violenza, che sfocia nel finale anticipato già nella prima pagina.

Questo libro non è un retelling di Dracula, e non vuole neanche esserlo. L’attenzione è tutta sulla relazione tossica e disfunzionale tra Lui, Constanta, Magdalena e Alexi. Creando la giusta dose di distacco dagli eventi, l’autrice ci mostra cosa vuol dire subire violenza psicologica e le difficoltà a realizzare la situazione e ad uscirne. I personaggi sono un po’ troppo statici, eccetto Constanta che, grazie al racconto in prima persona, emerge vividamente dalle pagine.

Voto: 9-/10

Una dote di sangue

di Saint T. Gibson

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 336

Gli uomini che hanno ucciso la sua famiglia e bruciato la sua casa l’hanno lasciata a terra agonizzante, vittima di una guerra che nessuno ricorda più. Ma un misterioso straniero riccamente vestito la trova, la salva a un soffio dalla morte e le dona una nuova vita e un nuovo nome: Constanta, colei che è determinata a vivere.
È così che la figlia del fabbro di un villaggio della Romania medievale diventa la sposa perfetta per un re immortale. Insieme attraversano i secoli e i paesi, da Vienna alla Spagna, da Pietrogrado a Parigi. Quando però lui coinvolge nella sua rete di passioni e inganni anche una machiavellica gentildonna e un attore squattrinato, Constanta inizia a capire che il suo amato è capace di atti orribili. E dopo essersi alleata con i suoi consorti di sangue – la bellissima Magdalena, il brillante Alexi – inizia a svelare gli oscuri segreti del marito.
Constanta si ritrova a scegliere tra libertà e amore. Ma i legami costruiti con il sangue possono essere spezzati solo dalla morte.

Se volete un retelling di Dracula

Qui trovate la recensione!

Le ragazze immortali

di Kiran Millwood Hargrave

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 348

Le gemelle Lil e Kizzi stanno per compiere diciassette anni, ed entro poche ore arriverà per loro il giorno della divinazione: l’Anziana Charani svelerà alle ragazze quale destino le aspetta. Ma non faranno in tempo a partecipare alla cerimonia perché il crudele Boier Valcar le fa rapire per farne le sue schiave.
Costretta a lavorare nelle cucine del castello, un luogo tutt’altro che accogliente, Lil trova conforto nell’incontro con Mira, una compagna di sventura verso cui si sente attratta in un modo mai provato prima. E lì sente parlare del Drago, che ricorda la terribile figura mitologica di cui raccontano le antiche leggende, un mostro a cui si portano in offerta giovani ragazze. Forse Lil e Kizzy non avranno la loro cerimonia di divinazione, ma le gemelle stanno per scoprire comunque il loro destino.