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Alex Stern

Recensione dei primi due libri della trilogia, La nona casa e Hell Bent di Leigh Bardugo, editi da Mondadori.

La nona casa

Mors irrumat omnia.

Ho aspettato con impazienza di iniziare questo libro, sapendo che ne doveva uscire un seguito. Quando finalmente arriva il suo momento, lo finisco e l’autrice annuncia che sarà una trilogia. Non mi resta che sperare che il prossimo finisca meno in sospeso di questo. Ma bando alle ciance e veniamo alle cose importanti. La nona casa è un libro che racchiude tanti generi: si va dall’urban fantasy con rituali magici e l’esistenza dei Grigi (fantasmi per capirci) nel nostro mondo, al dark academy con l’ambientazione a Yale con le varie società segrete che praticano la suddetta magia, passando anche dal giallo e dal thriller con l’investigazione e risoluzione di un caso di omicidio. L’autrice riesce a creare un equilibrio tra tutti questi elementi, costruendo un world building dettagliato e senza lacune, ma anche diversi misteri, dall’omicidio al passato della protagonista, mantenendo alta l’attenzione per tutta la durata del libro. I blurb in copertina sono sempre buttati un po’ a caso, ma questa volta non posso che trovarmi in assoluto accordo con Stephen King (sempre che l’abbia letto veramente): non sono riuscita a staccarmi dalle pagine, anche se all’inizio è tutto molto introduttivo, la vita di Alex e il mistero sul suo passato, l’ambientazione e lo stile di scrittura hanno immediatamente catturato la mia attenzione e curiosità.
Veniamo ai personaggi. La caratterizzazione di Alex mi ha conquistato: anti-eroina, morally grey in tutto e per tutto, alla disperata ricerca di un posto sicuro e sereno in un mondo che le ha riservato soltanto crudeltà e violenza. Ed è proprio raccontando il passato di Alex che l’autrice tratta molti temi attuali, in maniera molto cruda e diretta, senza mezzi termini: alcolismo, dipendenza, abusi fisici e psicologici, tutti argomenti molto delicati mostrati così come sono, senza edulcorare la realtà. Unica nota di demerito a questo proposito è la mancanza di astinenza in Alex, poco realistica nonostante le motivazione che la spingevano a drogarsi e il suo cambiamento nel frattempo. Per quanto riguarda gli altri personaggi, ho trovato delle caratterizzazioni ben fatte ma più stereotipiche: la Dawes è la classica studentessa iper studiosa, un po’ una disadattata sociale, timida e goffa, ecc.; il detective Turner è il classico poliziotto molto ambizioso, razionale e logico, nonostante sappia della magia & co. fa fatica a crederci, non vuol essere tirato in mezzo al caos ma ci finisce lo stesso. Insomma fatti bene, ma avrei preferito un po’ più di originalità.

Non sono riuscita a staccarmi dalle pagine! Fin da subito, lo stile della Bardugo, la storia e l’ambientazione mi hanno immersa totalmente nel libro, divorata dalla curiosità e dal bisogno di sapere. Worldbuilding e personaggi eccezionali fanno da contorno ad una storia avvincente ed originale. Qualche tw (trigger warning), soprattutto per la schiettezza e durezza con cui sono affrontati certi temi: alcolismo, droghe pesanti, abusi e stupro.

Voto: 9/10

La nona casa

di Leigh Bardugo

Editore: Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 420

Galaxy “Alex” Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent’anni, è l’unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l’impensabile. Ancora costretta in un letto d’ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov’è l’inganno? E perché proprio lei?
Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto “tombe” senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.

Hell Bent. Portale per l’inferno

Mors vincit omnia.

Attesissimo seguito, che di conseguenza portava con sé aspettative molto alte. E andiamo con la prima unpopular opinion del 2023! Ad oggi, overo dopo poco più di una settimana dall’uscita, la maggioranza considera Hell Bent migliore di La nona casa, tuttз tranne me. Sia chiaro, mi è piaciuto molto anche questo, ma, a mio personalissimo parere, il primo le era uscito meglio. In realtà, è tutto molto facilmente spiegabile: non sono una critica letteraria incompresa o fin troppo severa, né il libro non rientra nei miei gusti o simili, semplicemente il difetto che moltз trovavano ne La nona casa, io non lo consideravo tale, e in questo seguito la situazione si ribalta. Se nel primo, le 200 pagine iniziali erano viste come lente e un po’ noiose, io le trovavo introduttive, perfette per entrare nel mood della storia e nel worldbuilding; in Hell Bent diventa tutto troppo veloce per i miei gusti. Certo, non serve più essere introdotti al mondo ecc., però questo incessante susseguirsi di eventi, colpi di scena, scoperte, in ogni singola riga è eccessivo e confusionario: finché non hanno effettivamente compiuto il rito per il portale per l’Inferno, non ho capito in che cavolo consisteva sto rito, non viene spiegato; i dialoghi a volte erano troppo confusi, non si capiva più chi stava dicendo cosa e questo non aiutava a capire cose come il rito di cui sopra; tutto risultava molto semplicistico, tutto molto facile da fare a causa dell’eccessiva velocità della narrazione. Detto questo, non posso dire che non mi sia piaciuto: la Bardugo scrive comunque molto bene e, di nuovo, mi ha tenuta incollata alle pagine. Come dicevo, il worldbuilding ne esce un po’ malmesso, non troppo grazie all’ottimo lavoro svolto ne La nona casa, ma comunque meno approfondito e curato. Lo stesso vale per la storia: troppa carne al fuoco, l’omicidio si perde nel tentativo di salvare Darlington dall’Inferno e molte cose risultano un po’ tirate per i capelli.
Qualcosa è anche andato meglio rispetto al primo, su tutto i personaggi, in particolare la Dawes e Turner. Se da un lato conosciamo ancora meglio Alex e anche un po’ Darlington, dall’altro in questo secondo libro l’attenzione è molto incentrata anche sui personaggi più secondari, come appunto la Dawes e Turner, che riescono così ad uscire un po’ dalla caratterizzazione stereotipata del libro precedente. Anche a livello di tematiche c’è un cambiamento: l’autrice si concentra molto di più su problematiche sociali quali razzismo, classismo, schiavismo, in maniera molto delicata ma non superficiale, senza la stessa crudezza del primo libro con gli abusi fisici e psicologici.

Hell Bent mi è piaciuto, ma non quanto il primo. L’ho trovato troppo veloce per i mie gusti: la trama e il worldbuilding si perdevano in un costante susseguirsi di eventi, colpi di scena e scoperte, poco spiegati e descritti, rendendo il tutto piuttosto confusionario. Ho molto apprezzato, invece, lo sviluppo dei personaggi, in particolare della Dawes e Turner, molto meglio caratterizzati rispetto a La nona casa.

Voto: 8.5/10

Hell Bent. Portale per l’inferno

Editore: Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 456

Trovare un portale per il mondo sotterraneo e rubare un’anima dall’inferno. Un piano semplice, se non fosse che le persone che compiono questo particolare viaggio raramente tornano indietro. Ma Galaxy “Alex” Stern è determinata a liberare Darlington, anche se questo le costerà il futuro alla Lethe e a Yale.
Impossibilitate a tentare un salvataggio perché non possono accedere alle risorse della Nona Casa, Alex e Pamela Dawes, l’assistente di ricerca, mettono quindi insieme una squadra di dubbi alleati per salvare il “gentiluomo della Lethe”. Insieme, dovranno navigare in un labirinto di testi arcani e artefatti bizzarri per scoprire i segreti più gelosamente custoditi dalla società, infrangendo ogni regola. Ma quando i membri della facoltà iniziano a morire, Alex sa che non si tratta di semplici incidenti. Qualcosa di letale è all’opera a New Haven e, se vuole sopravvivere, dovrà fare i conti con i fantasmi del suo passato e con l’oscurità insita nelle mura dell’università.

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Pagine: 448

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