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Julie

Recensione del libro di Ida Amlesù, pubblicato da Sonzogno.

Julie d’Aubigny, cavaliere, forte come un uomo, bello come una donna. O qualche sciocchezza del genere. […] Io, la donna dai due volti. La donna dai due nomi. Julie d’Aubigny, cavaliere. Julie de Maupin, cantante da osteria.

Francia, 1600. La vita per le donne non è facile: la libertà è solo un miraggio, gli abusi all’ordine del giorno. Julie è stata cresciuta dal padre e dal Conte d’Armagnac, spadaccina e ratto di Versailles, fin da piccola divisa tra due identità, due ruoli: la donna e l’uomo. Fin da subito, il libro ci catapulta nel mezzo della vita frenetica di Julie, in fuga da La Reynie e Parigi. Questo ritmo incalzante farà da padrone a tutto il libro: noi, come Julie, non avremo un attimo di tregua, un momento per rifiatare e non potremo fare altro che continuare a leggere. Nonostante la velocità della narrazione, l’autrice è attenta ad ogni dettaglio: l’ambientazione storica, ma anche i costumi e la società dell’epoca, tutto prende vita grazie alle descrizioni vivide e accurate.
Ma questo romanzo, seppur storico, è anche ricco di tematiche profondamente attuali: disforia di genere, relazioni tossiche, alcolismo e depressione, ogni singolo tema è trattato con delicatezza e profondità. Al centro di tutto questo c’è Julie e la sua costante ricerca di sé stessa e del suo posto in un mondo dominato dagli uomini e dalla ricchezza. Non ci troviamo difronte ad un’eroina, come la famosa Lady Oscar (che prende ispirazione proprio dalla d’Aubigny): Julie non è solo una donna forte e indipendente, è un personaggio estremamente sfaccettato, ricco di difetti, che può e sbaglia, semplicemente è umana. Un ulteriore punto a favore di questo libro, è l’attenzione posta anche ai personaggi secondari: altrettanto realisticamente descritti di Julie, hanno un loro spazio in cui riescono ad emergere, senza mai risultare delle semplici comparse nella vita della protagonista.
Due piccole cose non ho molto apprezzato: gli amori di Julie sono sempre un po’ troppo insta love, ma resta un problema degli inizi, come si sviluppano, acquisiscono maggiore profondità; in alcuni punti la narrazione è troppo veloce, alcuni passaggi risultano difficili da seguire, ma parliamo davvero di minuzie.

Julie è stata una lettura travolgente, da più punti di vista. La narrazione è veloce, con un ritmo incalzante che non ti fa staccare dalle pagine, e si adatta perfettamente alla vita di Julie, frenetica e senza tregua, alla costante ricerca di sé stessa. I personaggi non sono solo realistici, ma anche umani nelle loro imperfezioni e difetti. Nonostante sia un romanzo storico, le tematiche affrontate sono profondamente attuali e trattate con delicatezza e profondità.

Voto: 9.5/10

Julie

di Ida Amlesù

Editore: Sonzogno – Collana: Romanzi

Pagine: 544

Francia, 1686. Sulla scalinata di rue de la Grosse-Margot, nei quartieri popolari di Parigi, vengono rinvenuti i cadaveri di due guardie del Re. Il luogotenente La Reynie non ha dubbi su chi sia il colpevole: la sedicenne Julie d’Aubigny. Spadaccina infallibile e orecchio assoluto, viene educata come un ragazzo dal padre e come una ragazza dal potente Conte d’Armagnac, che ne fa prima il suo giullare e poi la sua amante. Ma Julie non è creatura da farsi mettere in gabbia, e si ribella agli obblighi di un matrimonio di convenienza fuggendo nella notte, per vivere alla giornata con il complice Séranne, ex maestro d’armi e noto libertino. Braccata da La Reynie, perseguitata dal Conte e respinta dall’alta società – a cui pure appartiene per nascita –, Julie intraprende un tortuoso viaggio verso la libertà, durante il quale vestirà i panni del cavaliere e quelli della dama, conoscendo le imprevedibili sfumature dell’amore e la sua grande vocazione: la musica lirica. Prendendo spunto dalla figura realmente esistita di Julie d’Aubigny, virtuosa della spada e prima diva dell’opera francese, Ida Amlesù mette in scena un personaggio travolgente, spregiudicato e al tempo stesso fragile. Tra le pagine di questo magnetico romanzo, racconta una vita che è un inno all’anticonformismo, al coraggio di trovare la propria voce e di vivere senza compromessi, anche fra i dogmi e l’ipocrisia di una società di soli uomini.