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Licanius trilogy

Recensione dei primi due libri della trilogia di James Islington, L’ombra del tempo passato e L’eco del tempo futuro, pubblicata da Fanucci. Alla fine trovate anche un consiglio di lettura!

Puoi riporre la tua fede in qualcosa di ovvio, di misurabile o di prevedibile… ma quella non è fede, come non lo è credere in qualcosa che non ti dà causa di dubitare, motivo o desiderio di mettere tutto in discussione. La fede è qualcosa di più di questo. Per definizione, non può avere una cosa comprovata come sue fondamenta.

Questa trilogia è stata un caso molto particolare: non ho letto tutti i libri, ho abbandonato il terzo dopo poche decine di pagine, ma non si può dire che sia brutti libri. E allora perché? Ho perso l’interesse, o meglio ha smesso di essere interessante la storia perché l’autore ha fatto alcune scelte di struttura che l’hanno reso inevitabile. I libri hanno anche altri difetti, ma non così fastidiosi, comunque come al solito cerchiamo di andare con ordine.
Prima le buone notizie. La storia riesce ad essere molto coinvolgente, nonostante sia piuttosto intricata e non facile da seguire. Ci sono tutte le giuste premesse perché funzioni: non è roba mai vista, ma a suo modo è originale; per quanto piena di classici trope dell’epic fantasy, riesce a dare quel twist particolare che rende il tutto più interessante. Il problema è che la trama si sviluppa in maniera molto confusionaria e, sopratutto, viene strutturata nel modo sbagliato: vengono introdotti elementi anche intriganti, ma gestiti in un modo che rovina l’esperienza della lettura. Provo a spiegarmi senza fare spoiler, anche se è difficile. In questo mondo ci sono persone che hanno il potere di vedere il futuro e fin qui niente di strano, diventa un problema nel momento in cui viene specificato che quelle visioni non possono in nessun tipo di modo essere modificate, nel senso che qualunque cosa si faccia il futuro rimarrà uguale. La parte coinvolgente della storia non può che risentirne: sapendo cosa deve succedere, l’interesse si perde (soprattutto nel secondo libro) e la lettura non risulta più così scorrevole. Diventa il caos più completo quando viene introdotto il viaggio nel tempo (sempre con la logica che qualunque cambiamento fatto nel passato non influenzerà il futuro), ma non contento l’autore fa recuperare la memoria ad un personaggio a sprazzi, senza seguire un ordine cronologico, creando così solo una grande confusione. Non vi dico perché, ma il finale del secondo libro è proprio l’apice di questo problema: venduto come mega cliffhanger, è in realtà l’ultima goccia che fa traboccare il vaso, almeno per me è stato così.
Il worldbuilding non aiuta molto, troppo complesso e spesso gestito male. In particolare nel primo libro, risulta piuttosto difficile da seguire e capire, e anche quando sembra diventare tutto chiaro viene introdotta qualche nuova informazione, spiegata frettolosamente, che non fa che complicare la situazione. Inoltre, fin troppo spesso nel primo libro i nuovi elementi sono palesemente infilati al momento giusto, puramente funzionali a far proseguire la storia. Almeno questo meccanismo sembra diminuire un po’ nel secondo libro, o forse mi ci sono abituata e non ci ho fatto più caso. Di positivo al riguardo del worldbuilding c’è da dire che è molto approfondito e riesce comunque a mantenere una sua logica e coerenza, nonostante appunto sia così complesso e intricato.
C’è un elemento del libro che descriverei neutro, né positivo né negativo, ovvero i personaggi. La storia è raccontata da tre/quattro punti di vista gestiti abbastanza bene, anche nell’alternanza sono poche le volte che viene lasciato in sospeso il destino di tal personaggio per passare ad un altro. Non sono caratterizzati in maniera approfondita, ma non risultano neanche dei cartonati, forse solo un po’ distanti, con cui è difficile empatizzare o farsi catturare dalle loro sorti. L’unico vero difetto che si può trovare è che i protagonisti hanno una gigantesca plot armor: sono coinvolti in numerose battaglie dove cadono in centinaia, ma loro si fanno a malapena un graffio.
Il lato unicamente positivo è la scrittura: molto diretta, perfettamente adeguata al ritmo della narrazione, aiuta a rendere la lettura scorrevole e a non annoiare mai, anche nei pochi momenti di pausa.

Questi libri avevano delle buone premesse, che però non sono state gestite al meglio. La storia, seppur molto coinvolgente, diventa estremamente confusionaria e caotica, soprattutto nel secondo libro. Lo stesso vale per il worldbuilding: intricato e fin troppo complesso, per quanto riesca a mantenere una sua coerenza e logica, risulta molto difficile da seguire. I personaggi direi né bene né male: poco caratterizzati, ma non troppo superficiali. La scrittura è scorrevole e coinvolgente, ma non abbastanza da farmi concludere la trilogia.

L’ombra del tempo passato: 6.5/10
L’eco del tempo futuro: 6/10
Voto: 6.5/10

L’ombra del tempo passato

di James Islington

Editore: Fanucci – Collana: Fantasy

Pagine: 640

Da giovane studente dei Talenti, Davian subisce le conseguenze di una guerra combattuta – e persa – prima ancora di nascere. Oltre le mura della scuola, lui e i suoi amici sono disprezzati per il potere magico che esercitano: un potere che Davian, nonostante i suoi migliori sforzi, sembra non riuscire a controllare. Peggio ancora, con la prova finale che si avvicina e le gravi conseguenze di un eventuale fallimento, il tempo per superare le sue ultime difficoltà si sta rapidamente esaurendo.
Ma quando Davian scopre di avere la capacità di esercitare il potere proibito degli Auguri, mette in moto una catena di eventi che cambieranno la sua vita e sconvolgeranno il mondo intero. A nord, un antico nemico a lungo creduto sconfitto comincia a destarsi mentre a ovest un giovane, il cui destino è intrecciato con quello di Davian, si sveglia nella foresta, coperto di sangue e senza alcun ricordo di chi sia…

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Sabriel

Editore: Fazi – Collana: Lainya

Pagine: 368

Sabriel studia in un prestigioso college per sole ragazze non lontano dal Muro che divide il territorio di Ancelstierre dal magico e pericoloso Vecchio Regno, dove suo padre ricopre la carica di Abhorsen, il protettore che ha il compito di impedire ai morti di tornare nel mondo dei vivi. Da quando la famiglia reale è decaduta, i morti sono diventati sempre più forti e intrepidi, minacciando di sopraffare l’intero regno. Quando il padre di Sabriel viene imprigionato nel mondo della Morte da una pericolosa creatura, la ragazza si mette in viaggio per salvarlo. Lungo la strada, troverà come compagni di viaggio Mogget, un antico spirito costretto nella forma di un gatto bianco, e il giovane mago Touchstone, che verrà liberato da un incantesimo durato decenni ma rimarrà intrappolato sotto il peso di dolorosi ricordi. Ogni passo nelle profondità del Vecchio Regno li avvicinerà a minacce mai viste prima, che costringeranno Sabriel ad affrontare il proprio destino in una battaglia con le vere forze della vita e della morte. Chi proteggerà i vivi quando i morti torneranno?