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Dune

Recensione del libro di Frank P. Herbert, pubblicato da Fanucci. Alla fine trovate anche dei consigli di lettura.

– Fino a oggi gli uomini e le loro opere sono stati un flagello per i pianeti – disse ancora il padre, – la natura reagisce ai flagelli: li elimina o li assorbe per incorporarli nel suo sistema.

Doverosa premessa: questa recensione non vuole togliere niente al valore culturale che ha avuto Dune, cerco solo di ridimensionarne quello letterario. Quest’opera ha influenzato numerosi scrittori e registi (Star Wars ne è l’esempio più eclatante) e ha rivoluzionato il genere fantascientifico, introducendo nuove prospettive. Detto questo, a livello letterario non manca di difetti.
Il maggior problema è il worldbuilding: un gran lavoro, molto dettagliato, complesso e interessante, peccato che non venga spiegato quasi per nulla, o meglio nelle appendici a fine libro ci sono vari approfondimenti su Arrakis e più in generale sull’universo in cui è ambientata la storia. Molto onestamente mi sono rifiutata di leggerle: se fossero state informazioni extra, curiosità sul worldbuilding non ci sarebbe stato il problema, ma purtroppo erano tutte informazioni essenziali alla comprensione della storia e al suo sviluppo, avrebbero dovuto essere incorporate in qualunque modo nella storia, non relegate alle fine del libro. Arrivata a metà ho rinunciato ad ottenere delle spiegazioni e da lì la lettura si è appesantita: era tutto molto confuso e a tratti incomprensibile, al punto che ho smesso di provare a capire tutto quello che succedeva. Il fatto che sia il primo libro di una serie non è una giustificazione perché posso capire non avere tutte le informazioni subito e svilupparle su più libri, ma qualcosa dovrebbe essere spiegato e così non è.
In tutto questo non hanno aiutato i personaggi: risultano stereotipati, impersonali e freddi e non hanno un vero e proprio arco evolutivo, o meglio c’è ma non viene mostrato così che nel giro di poche pagine vengono totalmente stravolti, senza che questo abbia senso agli occhi dǝ lettorǝ. Paul è il più evidente: il momento in cui i suoi “poteri” da chosen one si rivelano è talmente improvviso, veloce e (sempre) molto confusionario che risulta raffazzonato, buttato lì tanto per. Prima nota positiva è, invece, come Herbert ha gestito i molteplici punti di vista: il costante passaggio da uno all’altro è sempre fluido e chiaro, anche a livello di scrittura si nota la differenza, non è tutto appiattito e uguale, ogni personaggio ha una sua voce per quanto stereotipata.
Restando sulle note positive, la storia è intrigante e coinvolgente, anche una volta deciso di ignorare il worldbuilding. Non mi ha entusiasmato come l’autore ha deciso di strutturare alcune parti del libro: svela colpi di scena prima ǝl lettorǝ che ai protagonisti in un modo che rovina un po’ l’effetto sorpresa; altre volte anticipa quello che succederà nel capitolo nella citazione all’inizio, di nuovo non troppo efficace come metodo. Le tematiche trattate rendono il tutto un poco più interessante: dalla crisi climatica al colonialismo, passando per politica e religione, l’autore non si tira indietro davanti a nulla. Le riflessioni sono numerose e a volte diventano un po’ troppo filosofeggianti, altre sembrano quasi supercazzole, ma per la maggior parte ottengono il risultato sperato.

L’importanza e l’influenza che Dune ha avuto a livello culturale sono innegabili, ma i suoi meriti non si estendono anche al livello letterario. Il worldbuilding, per quanto strepitoso, è poco chiaro, non viene spiegato praticamente niente; i personaggi risultano stereotipati e impersonali. Si salva solo la storia, intrigante e coinvolgente.

Voto: 6/10

Dune

di Frank P. Herbert

Questo è il primo romanzo di otto, ma può essere letto come autoconclusivo.

Editore: Fanucci – Collana: Numeri Uno

Pagine: 640

Arrakis è il pianeta più inospitale della galassia. Una landa di sabbia e rocce popolata da mostri striscianti e sferzata da tempeste devastanti. Ma sulla sua superficie cresce il melange, la sostanza che dà agli uomini la facoltà di aprire i propri orizzonti mentali, conoscere il futuro, acquisire le capacità per manovrare le immense astronavi che garantiscono gli scambi tra i mondi e la sopravvivenza stessa dell’Impero. Sul saggio Duca Leto, della famiglia Atreides, ricade la scelta dell’Imperatore per la successione ai crudeli Harkonnen al governo dell’ambito pianeta. È la fine dei fragili equilibri di potere su cui si reggeva l’ordine dell’Impero, l’inizio di uno scontro cosmico tra forze straordinarie, popoli magici e misteriosi, intelligenze sconosciute e insondabili.

Adattamento

Esistono due film tratti dal libro, il primo è del 1984 ma fu un flop clamoroso; il secondo, più recente, ha invece avuto molto successo. L’adattamento del 2021 copre all’incirca la prima metà del romanzo, la seconda parte uscita al cinema nel 2024 chiude la storia del primo libro della serie. Sembra già confermato anche l’adattamento del secondo romanzo.

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Un ricordo chiamato impero

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 468

L’ambasciatrice Mahit Dzmare è in viaggio verso la capitale dell’Impero del Teixcalaan, ansiosa di assumere il nuovo incarico che le è stato assegnato. Quando arriva, però, scopre che il suo predecessore è morto, ma nessuno è disposto ad ammettere che non si è trattato di una morte accidentale. Né che Mahit potrebbe essere la prossima vittima.
E adesso Mahit deve, nell’ordine: scoprire chi si cela dietro l’assassinio; rimanere viva; proteggere dalle mire espansionistiche del Teixcalaan la sua patria, Lsel, una stazione mineraria piccola ma decisa a difendere la propria indipendenza a ogni costo. E tutto questo mentre si trova a esplorare una cultura aliena fin troppo affascinante, tessere intrighi e nascondere un segreto tecnologico che potrebbe segnare la fine di Lsel, o salvarla dalla distruzione.

Fondazione

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Cult

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Da più di dodicimila anni l’Impero Galattico esercita il suo potere, estendendosi su venticinque milioni di pianeti popolati dai discendenti della specie umana la cui origine, si dice, risiede in un mondo sperduto dalle parti di Sole, o Sirio. Sembra un’istituzione imperitura, eppure già da qualche secolo ci sono i segni della sua decadenza. Il Crollo sarà inevitabile, e sarà seguito da trentamila anni di ignoranza e violenza. Lo sa bene Hari Seldon, creatore della rivoluzionaria scienza della “psicostoriografia” che, tramite raffinate equazioni, permette di prevedere e persino modificare il futuro. La barbarie vincerà, ma può essere ridotta a soli mille anni: è così che Seldon, per preservare la civiltà, riunisce i migliori scienziati e studiosi su Terminus, un piccolo pianeta ai margini della Galassia. È la Fondazione, sarà il seme della Rinascita, la base da cui sorgerà il Secondo Impero Galattico.