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Così si perde la guerra del tempo

Recensione del libro di Amal El-Mohtar e Max Gladstone, pubblicato da Oscar Mondadori.

La cenere diventa un foglio di carta, con sopra inchiostro zaffiro in una grafia arabescata.
Quella lettera era fatta per essere letta una sola volta, poi distrutta.
Negli istanti prima che il mondo crolli, la legge di nuovo

Così inizia lo scambio di lettere tra due agenti nemiche in questa guerra combattuta tra passato e futuro. Il libro è scritto a quattro mani, un continuo scambio tra з due autorз, esattamente come le due protagoniste della storia, che permette di differenziare lo stile di entrambe nelle lettere, ottenendo un risultato molto più realistico che se scritto da un’unica persona.
La storia, condensata in poco più di duecento pagine, è incentrata quasi unicamente sulle due agenti nemiche e la relazione che creano attraverso lo scambio delle lettere, tralasciando altri aspetti importanti della narrazione che qui diventano secondari. Infatti, il world building è semplicemente accennato, come anche le motivazioni dietro alla guerra del tempo che le due Agenzie stanno combattendo. Questo può provocare un po’ di confusione all’inizio della lettura, ma quasi subito diventa evidente che è una scelta voluta: la storia vuole essere incentrata sull’amore che nasce tra le due nemiche e far vedere come una cosa all’apparenza così piccola possa influenzare pure una guerra (mi limito a questo per non spoilerare troppo!).
Lo stile di scrittura è molto poetico, ma senza essere sdolcinato o fin troppo metaforico, sia di Rossa che di Blu. La lettura scorre veloce tra le descrizioni delle battaglie che affrontano le agenti, i modi originali in cui si lasciano le lettere e le lettere stesse, riuscendo a trovare il giusto equilibrio all’interno della narrazione, tra momenti più descrittivi e quelli più d’azione.
I personaggi non sono molti, principalmente Rossa e Blu, più qualche altro secondario a cui non viene data troppa importanza. Al contrario le due protagoniste, anche se in così poche pagine, sono entrambe ben approfondite. Le conosciamo mano a mano che si raccontano l’una all’altra, svelando lati di sè profondi e personali.
Se devo proprio trovargli un difetto: la storia d’amore mi è parsa un tantino troppo insta love (che se avete le mie ultime recensioni sapete che mi ha un po’ stufato), ma è scritta talmente bene che si riesce a passarci sopra tranquillamente.

Ne esistono pochi di libri come questo: per l’originalità della trama e, in particolare, del suo sviluppo, che non vengono intaccati dalla scarsa attenzione posta al world building; per lo stile di scrittura a quattro mani, parallelo perfetto con la storia, oltre che ricercato ma, al tempo stesso, scorrevole; e per come racconta i personaggi, le loro interazioni e la crescita del loro rapporto.

Voto: 9.5/10

P.s. Non troverete consigli di lettura simili, perché non conosco altri libri simili a questo!

Così si perde la guerra del tempo

di Amal El-Mohtar e Max Gladstone

Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 216

Tra le ceneri di un mondo morente, Rossa trova una lettera su cui c’è scritto “Bruciare prima di leggere”. Inizia così la strana corrispondenza tra due agenti rivali in una guerra che si dipana attraverso le vastità del tempo e dello spazio. Rossa è membro dell’Agenzia, una distopia tecnologica post singolarità. Blu appartiene al Giardino, un’unica ampia coscienza che risiede in tutta la materia organica. I loro passati sono pieni di sangue; i loro futuri si escludono l’un l’altro. Non hanno nulla in comune, tranne il fatto che sono le migliori. E sono sole. Ma quella che è iniziata come una serie di provocazioni e sfoggio di vittorie, diventa presto un gioco pericoloso, che sia Rossa sia Blu sono ben determinate a vincere. E così la sfida si trasforma in qualcosa di più. Qualcosa di epico. Qualcosa di romantico. Qualcosa che potrebbe cambiare il passato e il futuro e che potrebbe farle uccidere. Perché in fin dei conti c’è pur sempre una guerra in corso. E qualcuno deve vincerla. Non è così che funziona?