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Ragazze elettriche

Recensione del libro di Naomi Alderman, pubblicato da Nottetempo. Alla fine trovate anche un consiglio di lettura e una playlist dedicata al libro.

La forma del potere è sempre la stessa: è la forma di un albero. Dalle radici fino alla cima, un tronco centrale che si ramifica e ramifica all’infinito, aprendosi in dita sempre più sottili, protese in avanti.

Questo libro è qualcosa di meraviglioso. La scrittura, i temi e come sono trattati, i personaggi, la trama, tutto rasenta la perfezione. Ma andiamo con ordine. Il romanzo si dipana come una riflessione dell’autrice sul mondo attuale, mascherata dal genere distopico: così affronta la tematica delle diseguaglianze tra i sessi, le discriminazioni nei confronti delle donne, ecc; poi, però, la situazione si ribalta e le donne si ribellano e prendono il potere, ed è tutto molto entusiasmante, nonostante i segnali che anticipano il degenerare della situazione ci siano già, ma in quel momento è facile ignorarli. Solo più avanti ci si rende conto che le cose non sono cambiate poi molto. La riflessione si sposta, quindi, sul potere (infatti il titolo originale del libro è The Power) e le sue dinamiche e su come le persone, al di là del sesso e della razza, ne abusino.
La storia è raccontata da quattro personaggi (tre donne e un uomo), in questo modo i temi sono affrontati da altrettanti punti di vista e, di conseguenza, ben approfonditi. Ci guadagna anche la caratterizzazione di questi personaggi: infatti, l’autrice ha lo spazio per creare una backstory per ognuno e per farli sviluppare al meglio nel corso della storia.

Ragazze elettriche è un romanzo che può apparire femminista, e per certi aspetti lo è, ma è anche molto più di questo. Infatti, i temi affrontati sono molteplici e ben approfonditi, il tutto accompagnato da un’ottima scrittura, una trama ben strutturata e da una caratterizzazione dei personaggi molto dettagliata.

Voto: 10/10

Nel 2023 è uscita la serie tv su Amazon Prime Video.

Ragazze elettriche

di Naomi Alderman

Editore: Nottetempo – Collana: narrativa

Pagine: 448

Naomi Alderman immagina un mondo dominato dalle donne, in cui gli uomini sono ridotti in semischiavitù. Le ragazze adolescenti hanno infatti sviluppato una sorta di energia elettrica capace di fulminare chiunque cerchi di molestarle. Quattro personaggi ci guidano tra i diversi scenari sociali, politici, mediatici e confessionali che il rivoluzionario ribaltamento delle gerarchie e dei rapporti di genere ha innescato, raccontandoci come la diffusione della scintilla del potere femminile sia rapidamente degenerata nella depravazione. Le donne ora distruggono, violentano, seviziano e uccidono proprio come prima di loro avevano fatto gli uomini. Questa è l’atroce verità. L’universo distopico di Alderman, infatti, cresce e si sviluppa attorno ad una questione attualissima e disturbante: perché le persone, al di là del sesso e della razza, abusano del potere?

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Ne ho parlato anche nella mia top 5 del 2020!

Il racconto dell’ancella

Per i temi trattati e per il genere (distopico).

Editore: Ponte Alle Grazie – Collana: Scrittori

Pagine: 400

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Offred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Gilead: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette Ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica. Quello che l’Ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.